Nella tranquilla e pacifica città di Arba, uomini e mostri vivevano in pace, finché un potente stregone decise di assoggettare i mostri al proprio volere… ora, nei panni di un gruppo di eroi, tocca a noi salvare il regno.
Queste sono le premesse di “Dragon Quest Heroes: l’Albero del Mondo e le Radici del Male” (soltanto “Dragon Quest Heroes”, per gli amici) che, per fortuna, non si perde in ulteriori chiacchere con filmati interminabili e ci fa entrare subito in azione.
Mettendo temporaneamente da parte la fetta di torta e i biscotti gentilmente offerti nella sede di Square Enix, ci precipitiamo sul DualShock 4 per difenderci dall’esorbitante numero di nemici.
Mentre uccidiamo un indefinito numero di mostri tra Slime, Vampistrelli, Skeletri e Paladini Slime, facciamo la conoscenza di un collega, venuto anche lui a provare in anteprima il gioco.
Questa nostra avventura con Dragon Quest Heroes è stata piacevole, in gran parte grazie alla ricchezza data dagli elementi RPG.
Tra un buffo nemico e l’altro, chiacchieriamo sul fatto che la serie di Dragon Quest costituisca un vero e proprio fenomeno culturale in Giappone. La sua importanza è tale che le si attribuisce il merito di aver creato le basi del gioco di ruolo, influenzando le saghe videoludiche a venire. Non a caso, quindi, questo Dragon Quest Heroes affianca al genere Musou una componente più RPG, dandoci la possibilità di vestire i panni di diversi personaggi con diverse possibilità di personalizzazione per quanto riguarda abilità ed equipaggiamenti.
Anche se in Europa ci sarà purtroppo ancora tanto da aspettare prima di poter giocare i capitoli della serie principale, questo spin-off arriverà in occidente a metà ottobre su PS4, a distanza di solo qualche mese dall’uscita in Giappone.
Realizzato dal team di sviluppo Omega Force, in collaborazione con Koei Tecmo, si fa subito notare per il suo impeccabile character design: il merito, ancora una volta, è di Akira Toriyama, mangaka di successo a cui si deve la realizzazione di Dragon Ball.
Dopo aver preso confidenza con le meccaniche di base, capiamo che Dragon Quest Heroes punta tutto sul combattimento frenetico. Lo stile è decisamente simile a qualsiasi altro Musou: affrontiamo tanti nemici un po’ buffi, impacciati e dalla IA limitata, facendoci strada grazie a una serie di tecniche, abilità e trasformazioni, che variano a seconda del personaggio utilizzato.
Le ambientazioni non ci hanno entusiasmato: troppo spoglie e poco curate nei dettagli grafici.
Il combattimento, tramite l’esecuzione di combo, è molto semplificato e gli obiettivi della missione spesso sono ripetitivi, riducendosi a un “proteggi il castello dall’avanzata dei mostri”. Se però vi piace il genere, Dragon Quest Heroes non vi deluderà.
A metà della nostra prova abbiamo potuto apprezzare al meglio la componente RPG. Dopo aver spazzato via nemici come se non ci fosse un domani, abbiamo dato ai nostri eroi il meritato riposo nell’accampamento.
Chiacchierando con i PNG, abbiamo speso i punti abilità, sperperato follemente denaro in armi e armature, chiesto alla religiosa del villaggio di ascoltare le nostre confessioni (salvato la partita), e fornito alcuni ingredienti all’alchimista, il quale in cambio ci ha promesso oggetti che ci permetteranno di potenziarci.
Ogni nemico che affronteremo avrà abilità particolari e la combinazione tra i bonus di alcuni oggetti ci permetterà di avere maggior successo nelle imprese (non sottovalutate l’oggetto chiamato “calze a rete”!)
Le ambientazioni non ci hanno entusiasmato: troppo spoglie e poco curate nei dettagli grafici. Abbiamo volutamente prestato molta attenzione ai particolari e notato che alcuni oggetti di contorno, come vasi, ad esempio, mancavano totalmente della giusta ombreggiatura, perdendo così la loro tridimensionalità. Molto lavoro andrà inoltre fatto per sistemare alcuni problemi tecnici: non è bello schiantarsi contro muri invisibili. Come se non bastasse, la telecamera è spesso imprecisa e questo è stato un po’ frustrante.
Tirando le somme, questa nostra avventura con Dragon Quest Heroes è stata piacevole, in gran parte grazie alla ricchezza data dagli elementi RPG. Non ci resta che attendere per poter valutare la longevità e la varietà del titolo a prodotto finito.
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