Seguendo quello che è un trend diffuso ormai una delle domande che ci si pone quando esce un gioco è il numero di ore necessarie a completarlo e gli developer di Amnesia: The Bunker non hanno problemi a snocciolare questi numeri.
Tra i parametri che vengono presi in considerazione quando si deve acquistare un videogioco c’è quello della durata in termini di ore e ci sono giochi che fanno di sedute di gioco fiume un punto a favore. Storie maestose, complesse, che durano ore e ore e che portano giocatori e giocatrici a spasso in ambienti ricreati con attenzione maniacale. Questo sta diventando l’archetipo di un gioco fatto come si deve. Un gioco per cui vale anche la pena spendere i famosi 70 euro.
Ma, storicamente, non tutti i videogiochi possono avere la stessa durata. Tra quegli stessi parametri che influenzano le ore di gioco necessarie a completare la storia principale di un titolo piuttosto che un altro ci sono infatti la dimensione del team di sviluppo che se ne occupa, il budget messo loro a disposizione, la storia che si è scelto di raccontare. Se si produce un titolo con un unico protagonista che deve portare a compimento una serie di azioni specifiche e con poche storie secondarie è evidente che la durata è inferiore. Come pure è inferiore se il gioco si svolge dentro un sottomarino piuttosto che un intero continente immaginato fin nell’ultimo dettaglio dell’ultimo sassolino. Ma è davvero giusto valutare un gioco solo per il numero di ore di intrattenimento che offre? I ragazzi di Frictional Games sono convinti di no.
A parlare della durata in termini di ore del loro prossimo capitolo della saga di Amnesia sono stati proprio i ragazzi di Frictional Games. Durante una recente intervista con i colleghi di GamingBolt Frederic Olsson, creative lead del team di sviluppo, ha risposto senza problemi a questa domanda ma ha anche chiarito che il numero di ore non è stato il punto centrale dello sviluppo.
Andando a guardare solo e soltanto i numeri, Amnesia: The Bunker è un gioco che vi terrà occupati per al massimo sei ore della vostra vita. Quattro ore se siete risoluti e vi muovete dritti dal punto iniziale al punto finale. Ma, ed è questa la riflessione interessante che fa Olsson, non è questo il parametro su cui andrebbe valutata questa esperienza di gioco. Il developer ha infatti sottolineato come al centro dell’interesse dei developer “non c’è necessariamente la lunghezza ma al contrario la sfida alla sopravvivenza“.
Trattandosi di un titolo survival e in particolare un survival horror, Amnesia: The Bunker di certo non può avere la durata del prossimo Final Fantasy. Nessun giocatore riuscirebbe infatti a sopportare l’altissimo livello di stress che le esperienze dei giochi Amnesia producono per un numero di ore troppo elevato. E l’esperienza proposta dai ragazzi di Frictional Games ha anche un altro punto a favore che va a riequilibrare, se qualcuno abbia pensato ce ne fosse bisogno, la durata con il cronometro: la possibilità della rigiocabilità. “La natura dinamica e casuale del gioco rende ogni partita unica e diversa, per questo i giocatori possono facilmente passare altre ore sul gioco rigiocandolo“, continua Olsson ribadendo che quindi il prossimo titolo del suo team di sviluppo e in arrivo il prossimo 16 maggio su PC e console potrebbe sembrare un’esperienza rapida e indolore ma è tutt’altro.
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