Dying Light giocato in realtà virtuale ci mostra ciò che il futuro potrà offrire, sebbene il presente sia ancora lontano da “lussi” del genere. Il titolo è uno dei pochi giochi AAA che supporta Oculus Rift – un altro è Alien Isolation – quindi è fantastico guardarsi intorno e vedere ambientazioni così ben realizzate. Essere catapultati in un mondo invaso da zombie non è per i deboli di cuore, soprattutto con la realtà virtuale: guardando in alto si può vedere il cielo, in basso la terra… mentre intorno a chi indossa il visore ci sono soltanto non-morti che hanno sete di sangue.
Il che aumenta l’ansia, la paura. Oltretutto il gioco è semplice da configurare in realtà virtuale. È sufficiente lanciare il gioco con Steam e Oculus Rift acceso, il resto viene da sé grazie al rilevamento automatico del dispositivo (almeno così funziona con la versione beta). Si tratta di un approccio plug-and-play molto gradito.
Tuttavia c’è molto lavoro ancora da fare dal punto di vista VR. Alcuni aspetti devono essere adattati all’esperienza della realtà virtuale affinché possano funzionare bene: per esempio, i menu e alcune schermate di Dying Light sono quasi impossibili da vedere quando si indossa il visore. Ciò rende l’esperienza di gioco piuttosto frustrante e i sottotitoli praticamente inutilizzabili.
Oltretutto, in alcune fasi, il gioco prende il controllo della telecamera e, indossando Oculus Rift, potrebbe risultare fastidioso vedere “tutto che gira e si capovolge”. Techland sarebbe d’accordo con queste puntualizzazioni e pertanto avrebbe dichiarato: “Per il momento pubblicheremo il titolo così com’è. Avrete la possibilità di giocare utilizzando Oculus Rift ma ci sono zone in cui la realtà virtuale richiede più cura. Abbiamo intenzione di lavorare su questo aspetto e i nostri piani sono piuttosto ambiziosi per il futuro.”
FONTE: Polygon