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Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends Complete Edition – la recensione

Le espansioni. A chi è cresciuto nell’epoca dominata dai DLC, questa parola potrà dire poco o nulla, ma a coloro che invece hanno almeno un’altra generazione di console sulle spalle farà spuntare un sorriso di compiacimento sul viso. Una volta, infatti, i contenuti aggiuntivi erano talmente estesi da venire distribuiti su dischi a sé stanti; quello che li rendeva speciali, appunto, era il meritarsi questo supporto, visto che non si limitavano a fornire qualche caratteristica inedita o costumi alternativi con cui agghindare il protagonista, ma mettevano su delle vere e proprie campagne autoconclusive, spesso anche piuttosto lunghe.

Non ci si può aspettare che questo gioco stravolga qualcosa a livello di gameplay: stiamo sempre parlando di un picchiaduro di massa in salsa filo-strategica

A questo proposito, possiamo dire che Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends si trovi esattamente in bilico tra il DLC moderno e l’espansione vecchio stile. Episodio speciale di un brand da sempre di nicchia, la sua attrattiva principale sta sicuramente nell’offrire una nutrita serie di extra e contenuti aggiuntivi per chi ha già spolpato il Dynasty Warriors 8 originale. Ecco quindi l’introduzione di una modalità sfida, dove cimentarsi in brevissime battaglie in condizioni, appunto, estreme, così come un nuovo livello di difficoltà, perfetto per convolare a nozze con le nuove armi e l’innalzamento del level cap da 99 a 150 (in tal senso c’è da stare tranquilli, visto che i salvataggi sono tutti importabili).
Altri cinque personaggi si uniscono all’elenco, dopo essere stati a lungo rappresentati come ufficiali generici. I nuovi volti sono Yu Jin, Fa Zheng, Zhu Ran, Chen Gong e Lu Lingqi. Vale la pena citarli perché gli ultimi due sono particolarmente importanti nell’economia dell’espansione, essendo comprimari all’interno della campagna di Lu Bu, il fortissimo signore della guerra a cavallo del destriero Lepre Rossa. La parabola di questo signore del caos è divisa in una serie di battaglie da superare, collegate tra di loro da intermezzi narrativi.

I personaggi godono di un design di altissima qualità, piacevolmente eccessivo, e finalmente vediamo dell’HDR anche qui, sfruttata in maniera intelligente per riprodurre le esplosioni di energia.

A un certo punto, la storia si biforcherà in Historical e Hypotetical. Se la prima è quella a cui si incorre lasciandosi prendere per mano dal gioco, e che illustra com’è andata “veramente” nella storia dei Tre Regni, per ottenere la seconda si dovranno completare degli obiettivi secondari specifici per talune battaglie. Contrassegnate da una stella dorata sulla selezione dello scenario, queste condizioni non sono affatto semplici da soddisfare, in quanto richiedono l’attenzione di andare a scovare un ufficiale tra i tanti o scegliere in fretta quali ordini seguire, in modo da ribaltare la situazione oppure evitare la morte di un personaggio.

Proprio in questa nuova fetta della Modalità Storia si ha forse la modifica più importante operata nell’espansione: dove combattendo migliaia di nemici con un personaggio standard si aveva un inspiegabile quanto appagante senso di esaltazione, quello che si prova impersonando Lu Bu è un mastodontico senso di invincibilità, una sensazione potente che fa davvero pensare di poter spaccare il campo di battaglia in due. Funzionale, a questo riguardo, la costruzione musicale del titolo, composta da nuovi brani appositamente studiati per far crescere l’adrenalina allo stesso ritmo delle note sciorinate dalle chitarre distorte da sempre caratteristiche della serie.

Possiamo dire che Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends si trovi esattamente in bilico tra il DLC moderno e l’espansione vecchio stile.

Per il resto, proprio per la sua natura di espansione, non ci si può aspettare che questo gioco stravolga qualcosa a livello di gameplay: stiamo sempre parlando di un picchiaduro di massa in salsa filo-strategica, dove si comanda un ufficiale che da solo spazza via interi inebetiti eserciti. Quello che stupisce ancora oggi, così come ai tempi dell’uscita del gioco principale meno di nove mesi fa, è la sua grande calibrazione: nonostante lo sconfinato cast (parliamo di più di 80 personaggi) non ve n’è nessuno che condivida il move set con qualcun altro. A parte questo, però, c’è la ripetitività che ugualmente da sempre affligge la serie di punta di Koei, con il giocatore che si ritrova semplicemente a contare il numero di premute dei tasti di attacco e a osservare il proprio personaggio palleggiare coreograficamente con la battaglia.

Nonostante lo sconfinato cast (parliamo di più di 80 personaggi) non ve n’è nessuno che condivida il move set con qualcun altro.

Chi avrà il coraggio (o semplicemente la volontà) di superare questo scoglio passatista, però, non avrà problemi a guardare l’opera da un punto di vista più vasto, cogliendone le sfumature e inanellando combo che spesso e volentieri superano le tre cifre.
Neppure da un punto di vista grafico si registrano particolari migliorie. I personaggi godono di un design di altissima qualità, piacevolmente eccessivo, e finalmente vediamo dell’HDR anche qui, sfruttata in maniera intelligente per riprodurre le esplosioni di energia volte a enfatizzare i colpi; d’altra parte, non si possono non notare anche livelli di dettaglio davvero minimi per i soldati comuni, ambientazioni labirintiche e pop-up di nemici che appaiono dal nulla in troppe occasioni. La versione “Complete Edition” per PS4 è, com’è anche ovvio, la migliore da un punto di vista strettamente tecnico, in quanto i modelli poligonali sono stati ricorretti e non si notano più le texture slavate che invece erano onnipresenti sulla vecchia generazione (e che l’illuminazione dinamica, paradossalmente, evidenziava anziché nascondere).

Questa espansione ha anche l’ulteriore caratteristica di essere stand-alone, ovvero giocabile anche se non si possiede il suo predecessore. Ma, nonostante questo, considerata anche l’intercomunicabilità totale dei salvataggi da una PlayStation all’altra, consigliare Dynasty Warriors 8: Xtreme Legends a tutti è impossibile. Se per la nuova generazione di console il prezzo pieno appare più giustificato, in quanto comprende al suo interno anche il titolo e le campagne originali, su PS3 il gioco, è proprio il caso di dirlo, vale la candela solamente se avete acquistato il DW8 originale nel 2013 e volete completare la collezione.

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