Il futuro dei videogiochi? Per i grandi capi di EA sarà tutto più bello grazie alla IA. Peccato che a nessuno sia piaciuta la presentazione.
Ogni tanto online serpeggiano voci che vorrebbero alcuni team di sviluppo già colonizzati dall’intelligenza artificiale. E anche solo per i mormorii le reazioni sono feroci da parte di un buon 90% di tutta la community, mettendo insieme i giocatori e le giocatrici e gli sviluppatori e le sviluppatrici.
Poi ci sono gli esperimenti, come quello pubblicato da Tencent che a sua volta è stato seguito da una presentazione fatta dal Chief Strategy Officer di EA che mostra, anche se poi il video lascia a desiderare, quello che dovrebbe essere il grande nuovo strumento a base di intelligenza artificiale che dovrebbe segnare il futuro dei videogiochi e in particolare dei contenuti creati dagli utenti. Ma viste altre dichiarazioni recenti non solo dello user generated content.
Uno dei commenti che forse meglio sintetizzano quello che è il sentimento di tantissimi in tutto il mondo dei videogiochi è quello dell’artista 3D Pavel Oliva che scrive: “quale dovrebbe essere il target group? Non vedo nessun motivo per utilizzarlo né da parte del giocatore medio né dalla prospettiva di uno sviluppatore“. A questo commento un altro utente risponde molto chiaramente che “l’unico target al momento sono gli investitori“.
E tanti altri seguono questa linea di pensiero. Molti sono poi quelli che sottolineano come presentazioni del genere siano ciò che sta nei fatti uccidendo l’industria dei videogiochi, in una pioggia di emoji puzzolenti e facilmente identificabili. Altre parole ed espressioni ricorrenti sono “privo di creatività” e “noioso“. E proprio quest’ultima parola è forse l’insulto più grande che si possa mai fare ad un videogioco.
A tutta l’evidente mancanza di creatività dimostrata, nonostante il panel parli proprio di creatività (ah, l’ironia), si unisce poi chi ricorda le questioni etiche che non sono ancora state risolte e che riguardano il modo in cui le intelligenze artificiali generative vengono addestrate.
Una questione che per esempio è al centro di una class action che sembra per ora andare a favore proprio degli artisti, che ritengono i loro diritti siano stati violati da alcune di queste fotocopiatrici con frullatore digitale annesso.
E a sottolineare quanto, in alto, qualcuno sembri essere disconnesso dalla realtà, accanto alla presentazione roboante di questo nuovo strumento che dovrebbe cambiare il futuro dei videogiochi, nel mondo del cinema Lionsgate ha annunciato di aver appena firmato con Runaway, una società che si occupa di produzione di immagini. Al centro di una class action da parte di artisti.
Sembra proprio che il futuro della creatività, dei videogiochi e non solo, sia destinato a farci diventare strabici: da una parte quello che giocatori e sviluppatori vorrebbero e dall’altro quello che dovrebbe servire a rimpinguare i portafogli. Un binario che finora ha tenuto il treno dritto ma che, in caso di divergenza, rischia di provocare il disastro più importante non solo nell’industria dei videogiochi o dell’intrattenimento ma nella cultura in generale.
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