Ecco quando rimasterizzare un videogioco ha davvero senso: la differenza dopo 40 anni è incredibile

Rimasterizzare un videogioco a distanza di 40 anni sembra l’unica scelta ragionevole. La dimostrazione viene da questo video.

Quanto tempo deve passare prima che un videogioco possa essere sottoposto a una operazione di rimasterizzazione? Un po’ come chiedere quanto tempo deve passare prima che lui o lei ti ha dato il suo numero di telefono e tu puoi mandare un messaggio. La risposta dipende.

gioco per vecchie console rimasterizzato
Rimasterizzare con 40 anni di distanza? È giusto — videogiochi.com

A giudicare per esempio da quella che è adesso la filosofia di Playstation bastano sei mesi, al massimo un anno, e il videogioco è vecchio e ha bisogno di un remaster. Per altri grossi team di sviluppo si può invece aspettare una intera generazione della vita umana, anche due, prima di prendere in mano la situazione. A distanza di 40 anni il salto tecnologico permette di farci fare davvero wow.

Rimasterizzare un videogioco, dopo 40 anni ha senso

Come accennavamo, ultimamente sembra che si sia avviato un periodo della storia dei videogiochi in cui gli scaffali non sono arricchiti da nuove esperienze ma da colpi sicuri sotto forma di remake o remaster.

com è il remake di dragon quest iii
Il confronto lo fa Square Enix – videogiochi.com

Tra gli ultimi arrivati in ordine di tempo c’è quello di Silent Hill 2. Un videogioco che è stato limato e aggiornato perché sia piacevole anche alle nuove generazioni e perché possa sfruttare la tecnologia di adesso. Un gioco talmente tanto atteso che qualcuno ha già pensato a una mod per stravolgerlo completamente.

Ma se andiamo a guardare per esempio gli annunci fatti da Sony Playstation c’è una sequela di remaster che in alcuni casi non ha veramente senso. Tra questi quelli della serie dedicata ad Aloy. Da tutt’altra parte invece c’è qualcuno che finalmente ha ripreso in mano un gioco uscito per la prima volta sul NES.

Con 40 anni di tecnologia sulle spalle finalmente il confronto e il remake hanno senso. La società in questione è Square Enix, che ha voluto pubblicare un video per confrontare la versione originale di Dragon Quest 3 con il remake in 2D HD che è in lavorazione. Anche nel cambio, che risulta evidente, è piacevole notare come sia un modo per preservare la memoria di titoli che altrimenti rischiano di scomparire perché non esistono nuove console in grado di gestirli.

Noi ci sentiamo appagati da quello che Square Enix ha pubblicato e del gioco che uscirà il prossimo mese di novembre. Su Internet c’è però chi ha deciso di abbracciare come sport la critica per quelli che, a titolo ancora non uscito, sono i cambiamenti per stravolgere la storia e i personaggi originali.

Si può essere nostalgici riguardo qualcosa che si è giocato quando si era più piccoli ma è chiaro che se il gioco deve ora essere interessante (anche) per le generazioni contemporanee di giocatori e giocatrici occorre sfruttare ciò che c’è a disposizione.

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