I videogiochi hanno un problema con il sessismo che sembra davvero complicato estirpare e a volte si muovono direttamente gli enti governativi, sollecitati a dovere ovviamente.
Stavolta sotto la lente sono finiti tre titoli mobile i cui team dedicati al marketing avevano decisamente spinto un po’ troppo sul pedale per e attirare giocatori e convincerli a scaricare. Ma questi tre casi sono solo la punta di un becero iceberg.
Ad occuparsi di rimettere in riga i developer è stato lo ASA inglese ovvero lo Advertising Standards Authority, l’autorità che si occupa delle pubblicità nel Regno Unito e non succede molto spesso che si occupi di videogiochi ma di recente, come sottolineato anche da Kostyantyn Lobov avvocato che per Harbottle & Lewis si occupa proprio di videogiochi, l’Autorità si è scagliata prprio contro le società che sfruttano elementi di sessualizzazione e oggettivizzazione della donna.
Scorrendo le infinite o quasi pagine degli store online di app per device mobili capita di imbattersi in icone con volti ammiccanti e arrossati di personaggi di solito femminili che poi vengono mostrati, a rincarare la dose, in abiti succinti o quasi inesistenti. E se servissero a reclamizzare un videogioco dichiaratamente pensato per soddisfare alcuni desideri non ci sarebbe niente di male in fondo.
Quello che invece risulta sbagliato e aberrante è il modo in cui tanti giochi fanno semplicemente leva sul character design discinto e ammiccante per farsi pubblicità. E contro queste scelte si è di recente pronunciata l’ASA che ha intimato a tre società di videogiochi che pubblicano app di eliminare tutte le immagini e gli spot smaccatamente sessisti e in cui personaggi femminili, reali e non, vengono usati al solo scopo di attirare giocatori con gli ormoni. I tre giochi esaminati sono Refantasia di Oasis Games, King’s Throne: Game of Conquest e Airline Commander: Flight Game.
Per il primo la pubblicità giudicata aberrante ritra(eva) un personaggio anime di età apparentemente sotto i 18 anni che si rivolgeva al giocatore chiamandolo “padrone”, il secondo veniva invece reclamizzato da due donne in intimo che giocavano a Gira la ruota con “D_CK” come parola da indovinare e il terzo aveva invece fatto ricorso all’attrice porno Mia Malkova (s)vestita da cowgirl per farsi conoscere. Sarebbe il momento che i developer e i publisher controllassero più da vicino chi crea gli spot per i loro giochi.
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