Stando ad una recente intervista c’è almeno un gioco in esclusiva PlayStation che si prepara a fare effettivamente il salto verso i film, trasformandosi in un film Pixar interattivo.
Il titolo in questione è Kena Bridge of Spirits e anche se dobbiamo aspettare un altro po’ per vederlo, visto che è stato spostato in uscita al 21 settembre, le informazioni e i commenti anche di chi ci lavora ci aiutano a ingannare l’attesa.
Stavolta a parlare è un professionista appartenente ad una categoria che molto spesso nei videogiochi non viene presa molto in considerazione: i doppiatori. Intervistato da Newsweek, Tod Fennell lo ha immediatamente paragonato alle opere Pixar. Ma se vedere una certa somiglianza a livello estetico è facile, il doppiatore canadese fa notare quanto in realtà le somiglianze vadano un livello molto più profondo.
Kena: Bridge of Spirits, la Pixar su PlayStation
Il team di sviluppo dietro questa esclusiva PlayStation è responsabile di moltissimi spot in animazione computerizzata. Tra i loro prodotti di punta ci sono pubblicità per Coca-Cola, e il brand di prodotti digitali Hisense. Il team ha quindi solide fondamenta per quello che riguarda gli aspetti narrativi ed emotivi da concentrare in una manciata di secondi.
Quelli di Ember Lab devono aver sfruttato questa loro tradizione quando hanno deciso di passare ai videogiochi. E ad un livello superficiale, Kena è effettivamente paragonabile a un film animato. Il confronto con la Pixar scatta in automatico: gli ambienti che abbiamo visto finora sono rigogliosi e delicati e la protagonista ha quella potenza espressiva che siamo abituati a vedere nei prodotti Pixar.
Aggiungeteci poi dei personaggi secondari tenerissimi e il confronto è fatto. Ma veniamo adesso alle parole di Fennel, che presta la voce al personaggio di Taro, una delle anime imprigionate che la protagonista cerca di liberare. Secondo lui il confronto con la Pixar è azzeccato ma deve andare a un livello più profondo perché, a detta dell’attore, come nei migliori prodotti Pixar siamo di fronte ad una storia che sotto una superficie delicata e fanciullesca tratta in realtà temi molto profondi ed è quindi aperto a più piani di lettura.
E nell’intervista abbiamo anche una indicazione sulla gestione delle cutscene. Fennel parla in maniera abbastanza entusiasta di come il gioco abbia permesso anche agli attori di esplorare la complessità dei personaggi, che in buona sostanza devono scendere a patti con diverse forme di perdita e di dolore: “Ci è stata davvero data l’opportunità di esprimere tutti quei livelli più profondi. Sapete, le cutscene non durano tipo 10 secondi e poi sono finite. Per aver attraversato il processo di liberare gli spiriti si viene ricompensati con un racconto vero e proprio su come (gli spiriti ndr) sono nati”.
Fennel, che non è nuovo al doppiaggio dei videogiochi, ha voluto anche raccontare di quanto tempo effettivamente gli sia stato dato per poter entrare in sintonia con il personaggio di Taro raccontando che di solito ai doppiatori vengono date montagne di pagine da doppiare in un tempo molto stretto: “Ember Lab mi ha dato molto più tempo. Ho potuto fare un ciak dopo l’altro per essere sicuro di farlo bene. Quando c’è uno studio più piccolo, e tutti sono più accessibili, puoi fare questo tipo di cose anche con un budget più basso”.
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Non ci resta quindi che attendere il prossimo 21 settembre per poter toccare con mano il frutto di Ember Lab e del lavoro dei doppiatori.