Per TikTok gli affari non vanno affatto bene dopo le accuse ricevute negli Stati Uniti, a cui anche l’Europa sembra dare credito. Dal 15 marzo l’app sarà bandita dai dispositivi della Commissione Europea.
I sospetti circa l’applicazione di ByteDance durano ormai da diverso tempo. Negli Stati Uniti è dal 2019 che si sostiene che i dati dei suoi utenti risultino accessibili dai server cinesi. In Italia i dubbi non sono da meno al punto che il Copasir ha avviato delle indagini. Ora però la Commissione Europea ha optato per una decisione drastica almeno per i membri del personale.
Fra circa due settimane, dal 15 marzo 2023, TikTok dovrà sparire da tutti i device elettronici registrati nei servizi mobili della Commissione. Vale soprattutto per gli smartphone e i tablet aziendali, ma qualora si abbia un dispositivo personale che acceda agli stessi servizi la regola si applica comunque.
I divieti negli altri paesi
Questa misura di sicurezza adottata dall’Unione Europea non è di certo la più radicale applicata finora. In India l’applicazione di TikTok è stata messa al bando ancora a partire da giugno 2020. Nei paesi di Indonesia e Bangladesh invece al social si applicano delle misure di censura verso determinati contenuti giudicati inappropriati. Per quanto riguarda gli Stati Uniti per ora il divieto è in sospeso, ma aleggia nell’aria.
Uno scenario simile non può che legittimare i dubbi dell’Europa, che tuttavia non ha rivolto accuse dirette a ByteDance. La decisone presa dalla Commissione non risulta altro che un sistema per garantire tutela agli impiegati contro i pericoli informatici. Inoltre l’istituzione ha precisato che svolgerà verifiche anche su altri social network.
I prossimi sviluppi
I membri del personale che non disinstalleranno l’applicazione entro il 15 marzo perderanno l’accesso ai servizi online della Commissione. Vale a dire la posta elettronica e Skype For Business, conseguenze che dimostrano la serietà con cui l’UE ha preso la questione. In più il commissario europeo Thierry Breton ha invitato TikTok ad adeguarsi prontamente al Digital Services Act (DSA).
Tale comunicazione ha raggiunto il CEO della piattaforma, Shou Zi Chew, che ha avuto una videochiamata con Breton. Oltre a presentare questa richiesta il commissario UE ha precisato che si tratta di una necessità soprattutto per la tutela dei cittadini più giovani della comunità.