La mia paura più grande, nel provare Evolve, è che la sua meccanica di gameplay asimmetrico fosse un “gimmick”: un’idea grandiosa sulla carta, ma che aveva bisogno di essere opportunamente sviscerata. Per fortuna, pare che i miei timori fossero infondati. Per chi non avesse dimestichezza con il titolo, basti dire che si tratta di uno shooter, dove per la prima volta potrete scegliere se fare parte di una squadra di quattro eroi, i cacciatori, o se interpretare voi stessi il ruolo del nemico, un’enorme bestia dalle fattezze terrificanti.
Siamo di fronte a un gioco che vi impone di attaccare sempre a viso aperto, sia che siate nella parte della bestia che dei cacciatori; entrambe le due fazioni hanno le loro caratteristiche peculiari, e la chiave per la vittoria sta nell’amalgamare sapientemente le diverse abilità.
Evolve rispetta il mantra del buon game design: facile da imparare, difficile da padroneggiare.
Il gioco riesce anche a mescolare abilmente due diversi stili di gameplay: il mostro si controlla infatti in terza persona, mentre i cacciatori adottano una visuale in soggettiva. Il ritmo e la tensione sono costantemente a livelli altissimi, e il level design del gioco è costruito in modo tale da impedire di nascondervi, dando vita a una vera e propria caccia grossa dall’elevato tasso di adrenalina. Lo scopo dei cacciatori, nella modalità principale Hunt, sarà infatti trovare il mostro il prima possibile, in modo da impedire che si cibi di altre creature e, di conseguenza, si evolva in un mostro ancora più temibile. Naturalmente, fermare questa forza della natura è tutt’altro che una passeggiata. Per questo motivo avrete bisogno di un Trapper, una classe di cacciatori che, con l’aiuto di Daisy (una sorta di strano animale che fiuterà le tracce del mostro), vi porterà al cospetto del vostro avversario. Va da sé che, all’interno dell’economia del gioco, il Trapper ricopre il ruolo più prominente. Ogni classe, e il Trapper non fa eccezione, è suddivisa a sua volta in tre sottoclassi, che aumentano il fattore strategico.
La sensazione di potenza che si prova quando si manovra una di queste bestie è semplicemente esaltante.
Ci sono dunque altri due tipi di Trapper nel team, per esempio, ognuno con le sue caratteristiche distintive, come dei dardi traccianti in grado di mantenere sul radar la posizione del nemico. Non solo, i Trapper hanno a disposizione una gabbia di contenimento, che circoscriverà lo scontro impedendo al mostro di fuggire. Nella squadra avrete anche dei giocatori Assault, gli attaccanti della situazione, oltre ai giocatori di supporto, che usano attacchi ad area, e i medici, che cureranno i compagni di squadra o li riporteranno in vita. Ci sono 12 cacciatori in totale, tre per ogni classe; certo, alcune hanno degli elementi in comune, ma c’è una buona varietà di skill secondarie e abilità.
Il level design del gioco è costruito in modo tale da impedire di nascondervi, dando vita a una vera e propria caccia grossa dall’elevato tasso di adrenalina.
Come insegna Call of Duty, c’è anche un elemento di progressione molto marcato; il primo personaggio di ogni classe infatti è assimilabile a una sorta di “entry level”, ma dovrete usare le skill un determinato numero di volte per sbloccare i personaggi successivi e questo vi costringerà a farlo anche nei frangenti in cui non sono effettivamente utili. Si ha un po’ la sensazione di grindare, e questo è uno degli aspetti più deboli del gioco, dal momento che le meccaniche base sono comunque solidissime e per averle tutte a disposizione vi ci vorranno svariate ore di gioco.
Naturalmente anche i mostri sono in forze, e ne esistono tre categorie: Goliath, che come suggerisce il nome è una creatura massiccia e sputafiamme; Kraken, dotato di tentacoli e capace di sparare fulmini; Wraith, il rogue della situazione, il più difficile di tutti da stanare nonché l’ultimo che sbloccherete. La sensazione di potenza che si prova quando si manovra una di queste bestie è semplicemente esaltante, così come la soddisfazione di mangiare uno dei membri della squadra avversaria; potrete anche papparvi in un sol boccone Daisy, lasciando i cacciatori a brancolare nel buio. Uno dei risultati migliori del gioco è la sua capacità di essere perfettamente equilibrato: c’è un netto contrasto tra la forza bruta del mostro e le abilità di cui sono in possesso i cacciatori, che danno vita a match sempre sul filo del rasoio, dove le sorti dello scontro sono incerte in ogni secondo. La situazione può ribaltarsi in ogni momento e una delle caratteristiche più geniali del gioco è proprio il costante alternarsi dell’essere predatori o preda.
Ogni classe è suddivisa a sua volta in tre sottoclassi, che aumentano il fattore strategico.
Il senso di precarietà è una costante in Evolve: il nemico è una presenza invisibile, eppure così tangibile, anche nei momenti in cui non potrete fisicamente vederla; ci potrebbero in teoria essere dei momenti di occasionale noia quando il nemico non si manifesta, ma l’idea che si stia potenziando da qualche parte, e sia pronto a sbucare da un momento all’altro con una forza soverchiante rispetto alla vostra, è una delle caratteristiche che rende realmente memorabile Evolve. Anche perché il mostro può adottare diverse tecniche per far perdere le sue tracce, ad esempio camminare più volte sullo stesso percorso, confondendo così le sue impronte. In più di un momento, Evolve mi ha ricordato Left 4 Dead, e in particolare la sua capacità di implementare meccaniche survival all’interno di un contesto sparatutto: fidatevi, in più di un momento Evolve riuscirà a farvi stare sulle spine, come e più di un Alien: Isolation, per fare un esempio.
In più di un momento, Evolve mi ha ricordato Left 4 Dead, e in particolare la sua capacità di implementare meccaniche survival all’interno di un contesto sparatutto.
Anche se Hunt rappresenta l’offerta principale, le carte in tavola cambiano, e di molto, nelle altre modalità. Per esempio, in Nido dovrete sparare a una mezza dozzina di uova, prima che il mostro elimini completamente il team; a vostra volta nei panni del mostro potrete rilasciare le uova, da cui nascerà un aiutante, che potrà farvi compagnia nella caccia o semplicemente essere sguinzagliato. In Salvataggio, invece, i cacciatori dovranno riportare in vita dei coloni caduti, e proteggerli finché non arriva un velivolo di recupero. Difesa è probabilmente la modalità che più piacerà ai fan di DOTA 2, di cui furbamente riprende lo stile; i cacciatori dovranno infatti usare degli scudi per proteggersi da ordate di nemici a ondate regolari, gestendo quindi il tempo tra attacco e ripristino delle difese. Infine, Evacuation combina cinque match di diverse modalità, e il vincitore di ogni match otterrà un bonus nella sfida successiva (ad esempio delle torrette che colpiscono il nemico).
Il modo migliore per godersi Evolve è approcciarlo con dei giocatori esperti, che conoscono la mappa e hanno sbloccato tutte le abilità; in questo, il gioco vi accompagna progressivamente per mano, ricompensando i giocatori assidui con abilità. Evolve rispetta il mantra del buon game design: facile da imparare, difficile da padroneggiare. Le promesse costruite in questi mesi da Turtle Rock Studios sono state assolutamente rispettate: Evolve è un modo grandioso, brillante e assolutamente innovativo di vivere il videogioco. Il fascino della caccia risveglia gli istinti più primordiale del gamer, in una spietata corsa verso la cima della catena alimentare che vi lascerà senza fiato. Emozioni forti, come da tempo non ne vivevamo in un videogioco.
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