Un’app che è in grado di falsificare la voce di Matteo Salvini, Francesco Totti, Silvio Berlusconi e tantissimi altri personaggi famosi. Ecco FakeYou, il nuovo fenomeno del momento che, tramite un software text-to-speech imita VIP e politici.
Quello che fino a qualche tempo fa era il mestiere degli imitatori, dei comici, oggi a farlo è un’app: FakeYou. Un servizio che starebbe spopolando in rete e che sarebbe in grado di generare messaggi vocali “falsi”, imitando fedelmente la voce di personaggi famosi, celebrità, politici, sportivi e chi più ne ha più ne metta. L’app si presenta come un servizio di “Text to speech“, ma in verità altro non fa che camuffare la voce di personalità importanti facendo dire a loro un po’ quello che ci pare.
In buona sostanza si tratta della variante solo audio del ben più noto “deep fake“, tecnologia grazie alla quale è possibile rappresentare l’aspetto di un personaggio terzo, da appiccicare sul volto di un qualunque attore o una qualunque attrice. Un funzionamento, a differenza del deep fake che necessità di competenze in montaggio video ben più significative, decisamente semplice e inquietante.
In tal senso ad esprimersi è stato il Garante della Privacy, che ha ovviamente preso in mano la situazione aprendo un’istruttoria sull’app, realizzata da The Storyteller, società impegnata nella produzione di applicazioni per smartphone.
Le preoccupazioni del Garante – vengono spiegate in una nota – “si indirizzano verso i potenziali rischi che potrebbero determinarsi da un uso improprio di un dato personale, quale è appunto la voce”. L’Autorità ha dunque chiesto alla società The Storyteller Company – FakeYou “di trasmettere con urgenza ogni possibile elemento utile a chiarire l’iniziativa”.“La società – spiega la nota del Garante – dovrà, tra l’altro, fornire le modalità di ’costruzione’ della voce dei personaggi famosi, il tipo di dati personali trattati, nonché le finalità del trattamento dei dati riferiti ai personaggi noti e agli utenti che utilizzano l’app”. La società, inoltre, “dovrà indicare l’ubicazione dei data center che archiviano i dati personali, sia con riferimento agli utenti registrati dall’Italia, sia ai personaggi noti, e le misure tecniche ed organizzative adottate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio”.
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