Non è la prima volta che vi raccontiamo di come qualche Governo decida per la propria popolazione di eliminare un videogioco. Stavolta il motivo sarebbe la violenza eccessiva presente in questo titolo.
L’annuncio è arrivato direttamente dagli organi di Governo ed è l’ultima puntata di una storia che è in realtà iniziata ad aprile di quest’anno, quando fu ordinato per la prima volta la messa al bando di questo titolo ritenuto immorale, fuorviante ed eccessivamente violento.
Pensare che il regime dei talebani in Afghanistan ritenga PUBG un videogioco troppo violento per poter lasciare che i giovani lo giochino fa un po’ sorridere. Ma, almeno per ciò che ci riguarda, il sorriso è durato poco. Questo ban, che si aggiunge ad altri, non è che l’ennesimo mattone del muro che i talebani stanno costruendo per tenere il popolo afgano sotto scacco.
Il videogioco è troppo violento, parola di talebano
In realtà, ad essere messi al bando dal governo talebano dell’Afghanistan sono diverse app oltre al videogioco prodotto da Krafton. La causa della messa al bando è sempre la stessa: si tratta di app che distorcono la realtà, fanno perdere solo tempo, diffondono contenuti fuorvianti e promuovono comportamenti violenti.
E anche se sul fatto che alcune volte anche noi abbiamo la percezione che app come Instagram e Tik Tok (e quest’ultima sta per essere messa al bando insieme a PUBG) ci rubino solo tempo, quando un Governo decide per tutti i cittadini non è mai un buon segno, soprattutto quando la decisione porta ad una riduzione delle possibilità di contatto con il resto del globo. E per PUBG non è neanche la prima volta: anche in Cina il gioco è stato bandito anche se poi è stata creata una versione apposita proprio per il mercato cinese.
Visto il successo assoluto che questo videogioco ha avuto nel corso dell’ultimo anno in Afghanistan, con picchi di quasi 100 mila giocatori contemporaneamente, non è difficile immaginare che qualcuno possa riuscire a creare una versione addomesticata per continuare a far giocare i giovani afghani. Giovani afghani che, comunque, possono aggirare tranquillamente il bando del governo utilizzando una VPN. La dimostrazione che o i talebani non sanno come funziona internet o si tratta solo di una mossa di propaganda.