EA torna anche quest’anno alla carica con un nuovo capitolo del simulatore di calcio più venduto in Italia e nel mondo, FIFA 16: il titolo si porta dietro il non semplice compito di riscattare la mediocre prestazione offerta lo scorso anno, almeno in termini di giocabilità. I ragazzi del team canadese si sono impegnati al massimo per offire un’esperienza migliore, ce l’avranno fatta?
Pronti via veniamo catapultati nell’incontro che più rappresenta il gioco del pallone negli ultimi anni, Real Madrid-Barcellona, El Clásico: una volta in campo il feeling del contatto col pallone è nettamente diverso rispetto al passato, si ha la sensazione di muovere dei giocatori più realistici, rallentati nei movimenti ma più fedeli alla controparte reale. Il nuovo sistema di passaggio è sfruttato bene, cambiare campo con un lancio lungo e teso o servire in profondità un compagno che scatta sulla fascia sono azioni che non sembrano più “telecomandate”: nota di merito anche per il lavoro svolto sui giocatori senza pallone che ora compiono tagli intelligenti e si posizionano dove serve, sia in fase difensiva che offensiva.
I visi dei giocatori che hanno usufruito della scansione facciale sono perfettamente riprodotti.
Con il nuovo sistema No Touch Dribbling è inoltre possibile saltare l’avversario in maniera elegante eseguendo finte di corpo di diverso tipo, ovviamente in rapporto al portatore di palla: si creano così azioni ragionate e più fedeli al calcio giocato negli stadi più importanti del mondo, a differenza di FIFA 15, dove tra corse impazzite coast to coast e giocatori di serie Z improvvisati dribblomani provetti, sembrava di assistere alle partite che si possono ammirare il lunedì sera sui migliori campi di calcetto in periferia.
Provate a caricare un tiro fino a poco dopo metà barra e vedrete comunque il giocatore calciare in modo piuttosto debole.
Non tutto è però perfetto: promosso il nuovo sistema di controllo, promosso il nuovo sistema di passaggi così come i movimenti dei giocatori senza palla, bocciati senza appello i tiri e le relative parate dei portieri. I tiri rappresentano un netto passo indietro in FIFA 16: provate a caricare un tiro fino a poco dopo metà barra e vedrete comunque il giocatore calciare in modo piuttosto debole, quando con lo stesso tempo di pressione gli scorsi anni partiva un tiro di tutto rispetto. Non cambia usare Ronaldo o un giocatore con potenza tiro inferiore, l’unico modo davvero efficace per segnare nel titolo EA Sports è usare il classico tiro a giro, rigorosamente partendo dal lato, perché provandolo di fronte al portiere ve lo vedrete respingere o peggio bloccato, anche da pochi metri.
Introduciamo così il capitolo portieri, che in alcuni casi sembrano Benji Price mentre in altri il portiere a rotazione preso dal campetto di periferia di cui sopra: capitano occasioni in cui si termina la partita con 15 tiri in porta e solo un gol, perché anche calciando da distanza ravvicinata il portiere riesce a deviare, se non a bloccare conclusioni che di regola dovrebbero finire in rete; allo stesso tempo quell’unico gol potrebbe essere arrivato proprio da una papera inammissibile, causata da un’uscita senza alcun senso.
Nota di merito anche per il lavoro svolto sui giocatori senza pallone che ora compiono tagli intelligenti e si posizionano dove serve.
Risulta un po’ anonimo il FIFA Trainer, la nuova funzione dedicata agli utenti meno esperti che vogliono un aiuto in tempo reale: il sistema infatti consiste nel consigliare in diretta cosa fare con il giocatore selezionato in base alla fase della partita, proponendo alternative quali passare, avanzare, tirare, contenere, affondare il tackle e altro. Potrebbe anche risultare utile, se solo non andasse a limitare il parco movimenti disponibili: un’idea riuscita a metà, anche perché diciamolo chiaramente, nulla fa migliorare in questo genere di giochi se non l’allenamento costante.
Promosso il nuovo sistema di controllo, promosso il nuovo sistema di passaggi così come i movimenti dei giocatori senza palla, bocciati senza appello i tiri e le relative parate dei portieri.
Continuando la rassegna delle novità non può passare inosservata l’introduzione del calcio femminile, grazie a 12 nazionali interamente licenziate sia nei kit che nelle giocatrici: l’unico motivo per cui non vi troverete a passare ore e ore utilizzando le donzelle può risiedere nel fatto che sono disponibili solo una coppa del mondo fittizia e i normali testa a testa, niente modalità carriera o simili, ed è un vero peccato, perché la cura riposta dai ragazzi di EA nel ricreare fedelmente il calcio del gentil sesso è totale. Non aspettatevi semplici skin diverse rispetto alle squadre maschili, i modelli anatomici sono completamente riscritti e anche il ritmo di gioco risente delle diverse doti fisiche delle atlete, rendendo di fatto il gameplay piuttosto diverso e divertente, possiamo affermare senza problemi che l’aggiunta ha un suo perché, e ci auguriamo che dai prossimi capitoli venga ulteriormente approfondita.
Torna ovviamente Ultimate Team, la modalità che ormai la fa da padrona nella serie già da qualche anno: per quei pochi che non lo sapessero si tratta di costruire la propria squadra dei sogni comprando, vendendo e scambiando carte, oltre all’ausilio dei pacchetti, acquistabili sia tramite valuta in game che soldi veri.
L’unico motivo per cui non vi troverete a passare ore e ore utilizzando le donzelle può risiedere nel fatto che sono disponibili solo una coppa del mondo fittizia e i normali testa a testa.
Si è cercato di dare una ventata d’aria fresca a UT inserendo il Draft, che vi metterà a disposizione un modulo nel quale dovrete scegliere ogni singolo giocatore tra cinque che vi verranno proposti, tenendo d’occhio sia l’effettiva bravura del calciatore che l’intesa con i suoi colleghi: una volta creato il team si affronta una serie di quattro partite, più si vince più aumenta la ricompensa al termine. Partecipare al Draft non è gratis, bisogna sborsare 15.000 crediti o un gettone draft, ottenibile sia dai pacchetti che con microtransazioni.
Le altre modalità sono sempre lì, la carriera, i tornei, le stagioni online e il Pro Club, tutte sostanzialmente invariate rispetto allo scorso anno; rimane la stessa anche la telecronaca, affidata ancora una volta a Pierluigi Pardo e Stefano Nava: apprezzabili le nuove frasi dedicate ai singoli giocatori o alle squadre, seppur alcune risultino datate e spesso fuori contesto, uno svecchiamento in questo ambito sarebbe ben accetto in futuro.
Buono anche il comparto grafico: i visi dei giocatori che hanno usufruito della scansione facciale sono perfettamente riprodotti, e purtroppo non sono moltissimi, giusto quelli dei team più importanti, nella nostra povera Serie A quasi nessuno in realtà, sotto questo aspetto la concorrenza è nettamente più avanti. Dove però FIFA eccelle è la quantità di licenze, da sempre uno dei principali motivi di vanto della serie: Serie A TIM completa in ogni suo aspetto, è presenta anche il campionato cadetto ma senza licenze, mentre sono presenti in toto praticamente tutti i campionati di rilievo nel mondo, molti anche con serie inferiori alla prima.
FIFA 16 compie buoni passi avanti rispetto al predecessore, pur peccando in altri aspetti: l’introduzione del calcio femminile, del gameplay rinnovato e del Draft rappresenta la voglia dei ragazzi di EA Sports di non sedersi sugli allori delle vendite e di migliorare il prodotto di anno in anno. Gli appassionati di calcio troveranno in FIFA una scelta di primissimo livello, con una longevità che li porterà a giocare fino al prossimo capitolo senza mai annoiarsi.
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