Electronic Arts non ha ceduto al ricatto dopo che tonnellate di dati, compresi quelli di FIFA, Battlefield e altri titoli, erano stati hackerati e ora questi dati stanno cominciando a essere pubblicati. Che pericoli per i giocatori?
Circa un mese fa un gruppo di hacker era riuscito a mettere le mani su un piccolo tesoro di dati di Electronic Arts portandosi via il codice sorgente di FIFA e altri giochi e il Frostbite completo di altri software proprietari e di molti tool. Dopo il furto era stata fatta una richiesta in denaro per evitare che i dati finissero online.
A quanto pare, però, EA non ha ceduto alla richiesta e gli hacker hanno quindi deciso di forzare la mano al publisher iniziando a riversare in rete circa 1 GB e mezzo di materiale.
Quello che preoccupa adesso è se i codici che sono stati rubati possono in qualche modo essere utilizzati anche per entrare in possesso dei dati personali degli utenti e dei giocatori o, più sinistramente, se possono essere rivenduti per creare copie piratate infettate da virus che ignari furbetti del download illegale potrebbero finire con l’installarsi cadendo a loro volta vittima degli hacker.
L’ultimo aggiornamento riguardo questa vicenda che pone di nuovo l’attenzione sulla protezione dei dati online ci parla di una estorsione vera e propria. Insieme a una cache da 1.3 GB compressa pubblicata su un forum, infatti, i pirati informatici hanno aggiunto questo messaggio: “Qualche settimana fa abbiamo mandato un’email con una richiesta di riscatto a EA ma non abbiamo ricevuto risposta e quindi postiamo il codice sorgente. Se non ci contattano o non ci pagano continueremo a pubblicare”.
In totale, l’attacco hacker portato avanti ai danni di Electronic Arts ha fruttato 780 GB di dati tra cui, come già detto, il Frostbite Engine, alcuni tool di sviluppo interni e i kit nonché il codice sorgente di una versione di FIFA. Subito dopo l’attacco i criminali si erano già fatti vedere in rete per mettere paura al publisher dichiarando di essere intenzionati a vendere al miglior offerente.
Un rappresentante di Electronic Arts spiegò, in quella occasione, che non c’era pericolo per i dati dei giocatori e per la loro privacy. Ma avendo nelle mani il codice sorgente di un videogioco, e probabilmente anche una buona dose degli asset, potrebbe non volerci molto perché altri malintenzionati creino una copia plausibile di questo videogioco pubblicandola sui siti e sui portali dove solitamente si traffica in software piratato. Aggiungendo però, come in una caramella al veleno, software malevolo che può quindi causare in maniera indiretta danni proprio ai giocatori.
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Electronic Arts ha anche ammesso ora di aver ricevuto una richiesta di riscatto dopo aver precedentemente negato il fatto.
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