Videorecensione di FIFA 22, il nuovo simulativo sportivo di EA che cerca di portare il calcio nella next-gen, non riuscendoci davvero.
Dopo un capitolo che non aggiungeva veramente nulla al precedente, FIFA 22 è chiamato a superare il suo predecessore in ogni aspetto e a rivoluzionare il calcio. Il titolo di EA, infatti, è stato presentato come un videogioco next-gen, a spese di chi ha console della passata generazione e un PC, che avrà un semplice aggiornamento rose. In tal senso le aspettative non possono che essere veramente alte. Sono state mantenute?
Per quanto concerne il gameplay siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal titolo, che appare molto più vicino ad un simulatore calcistico che in passato. I ritmi dei match sono più lenti, permettendo quindi maggiore gestione della palla e la possibilità di ragionare durante lo sviluppo dell’azione, in cerca del momento giusto per finalizzare. I reparti, grazie all’HyperMotion, si muovono molto meglio e tutta la squadra sembra più compatta e chiusa, attenta davvero alla gara. Certo non parliamo di un miracolo in termini di IA e alcune lacune, soprattutto difensive, sono ancora presenti.
Notiamo un miglioramento generale dei portieri, che in certe occasioni sembrano delle vere e proprie saracinesche, salvando anche i bolidi più potenti che nelle scorse edizioni si sarebbero insaccati in rete senza troppe domande. Le nuove animazioni sono belle da vedere, ma ci sono dei problemi che causano delle strane e improvvise gaffe da parte degli estremi difensori, che alternano salvataggi da cardiopalma a papere da calcio parrocchiale. Il miglioramento comunque c’è.
Bene anche il FUT, che al momento sembra una versione molto migliorata dell’anno scorso. Anche qui infatti i ritmi sono leggermente più lenti e, seppur non come nelle altre modalità, si avverte una maggiore armonia. Certamente l’effetto ping pong è presente, ma meno che in precedenza. Ed anche i calciatori non particolarmente veloci sembrano poter dire la loro in campo. Abbiamo nettamente preferito la finalizzazione di Ciro Immobile alla velocità di Luis Muriel durante le nostre partite, con il colombiano che pur battendo la difesa non è riuscito a valicare il portiere.
La nuova organizzazione del FUT, sempre più gioco nel gioco, permette di avere un’esperienza meno impegnativa con la modalità, con 20 partite invece di 30 da giocare nella Weekend League, ed un sistema di punteggio e premi in generale molto meno punitivo ed energivoro. Sarà infatti possibile avere buoni risultati, in termini di pacchi, carte e bonus, anche senza giocare tutti i giorni, a differenza di prima.
Tanta novità anche per Volta, una modalità che si prende molto meno sul serio, come dovrebbe essere, e abbandona ogni velleità di simulazione calcistica da strada per lanciarsi nell’arcade più bizzarro. Tanti i minigiochi e le modalità possibili per cambiare un po’ e permettere di sperimentare e divertirsi. Ok la telecronaca di Pardo e Adani, più godibile di Nava, ma le frasi sono piuttosto poche e veramente molto simili a quelle dei capitoli precedenti.
Note dolenti il Pro Club e le Stagioni, praticamente invariati, e soprattutto per la modalità carriera, uguale ai capitoli precedenti. Tranne qualche inquadratura extra durante le trattative di calciomercato e una cura maggiore per gli stadi e l’atmosfera di gioco, non ci sono novità. Avere ancora soltanto 6 osservatori da mandare in giro per il mondo e appena 3 osservatori per il proprio vivaio appare ormai imbarazzante dati i passi in avanti di tutte le altre modalità.
Come non fosse abbastanza per allontanare i più affezionati a questa modalità, la nostra Serie A ha perso davvero tante licenze. Oltre al Piemonte Calcio dell’anno scorso, si aggiungono Lazio, Roma e Atalanta. Con il Napoli pronto a salutare l’anno prossimo. E una serie B che si limita a pochissime squadre. Una situazione molto difficile da accettare, soprattutto perché, invece, in Premier League sono presenti licenze e stadi di tantissime squadre, anche delle serie cadette. Insomma, un peggioramento netto e inesorabile da questo punto di vista, che non può che pesare sull’immersività e sulla fedeltà che si ricerca tramite il gameplay.
I passi avanti ci sono stati e qualche novità c’è, ma FIFA 22 è ancora troppo simile a FIFA 21 per essere definito un capitolo spartiacque. E se è vero che il gameplay è nettamente più realistico e godibile, tutto dipenderà sempre dalla volontà di EA. Riusciranno gli sviluppatori ad ignorare gli streamer che si lamentano della lentezza del gioco e non patchare il tutto alla prima occasione? Solo il tempo potrà dirlo. Certamente, però, si poteva fare molto di più, soprattutto per lo zoccolo duro dei carrieristi che da un decennio chiedono un passo nella direzione di Football Manager e che puntualmente sono ignorati.
PRO
CONTRO
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