Non si toccano i Pokemon e queste sei aziende coinvolte nella denuncia presentata da The Pokemon Company lo hanno scoperto nel modo più diretto e chiaro possibile.
Non è la prima volta che in Rete, o nella vita reale se è per questo, si trovano cloni o scopiazzature dei mostriciattoli da taschino di casa Nintendo ma stavolta ci sono in ballo diversi milioni di dollari di danni per infrazione al copyright.
Perchè non siamo di fronte a una torta di compleanno con un discutibile mostro giallo che spara fulmini o a qualche pupazzetto di plastica venduto in spiaggia ma a un videogioco per smartphone che coinvolge anche alcune popolari piattaforme online su cui il falso gioco era distribuito.
I falsi Pokemon rischiano 72 milioni di dollari di danni da pagare
Nintendo, che possiede una parte della società creata per gestire l’impero dei Pokemon, non ama che si vadano a sfruttare i suoi personaggi e i suoi prodotti. Qualche tempo fa abbiamo visto con quanta veemenza la società giapponese abbia stanato alcuni famosi produttori di R4 e come ogni volta che qualcuno provi a usare i suoi personaggi più famosi per scopi economici si alzino in volo squadroni interi di avvocati.
E’ giusto e sacrosanto proteggere la propria proprietà intellettuale. Quello che fa un po’ impressione stavolta è la dimensione della questione legale che si è aperta. The Pokemon Company ha infatti presentato denuncia su suolo cinese contro sei società. Le accuse sono infrazione al copyright e concorrenza sleale e riguardano un titolo distribuito, tra gli altri sull’App Store di Apple e su diverse incarnazioni di store Android. Si tratta di un gioco che da noi non ha ragione di essere ma possiamo in parte comprendere come società cinesi vogliano provare a guadagnare a partire da un prodotto che non è altrettanto liberamente disponibile nel loro Paese.
In Cina, per esempio, non è possibile giocare a Pokemon Go, bandito perchè ritenuto pericoloso, e non tutte le diverse incarnazioni del gioco principale sono state distribuite. Non stiamo giustificando l’infrazione al copyright, che ha generato milioni di dollari di profitti per le società coinvolte, ma è anche vero che probabilmente con una politica meno rigidamente votata al controllo di ogni singolo respiro dei cittadini, questi avrebbero meno bisogno di ricorrere a finti Pokemon per non sentirsi del tutto fuori dal mondo.