Uno dei trend, tra quelli che non avremmo mai voluto vedere in realtà, sui social riguarda i licenziamenti che stanno coinvolgendo tantissimi team di sviluppo e tra questi purtroppo c’è anche il gigante dietro Fortnite.
Quello che sta succedendo nel mondo dei videogiochi ha del preoccupante. Soprattutto per chi i videogiochi li fa ogni giorno con le proprie mani. Ci sono infatti purtroppo notizie che riguardano molti developer cui è stato in pratica tolto il tappeto da sotto i piedi.
Twitter in particolare è stato colto di sorpresa quando hanno iniziato a circolare i messaggi dei developer del gruppo Mediatonic e di Creative Assembly che si sono trovati da un giorno all’altro senza lavoro. Quello che sta succedendo in particolare dentro Epic Games, che possiede Mediatonic, ha del fantascientifico.
Perché Mediatonic è stato uno degli ultimi acquisti proprio da parte di Epic Games, salito alla ribalta per il successo di Fall Guys. E a gettare ulteriore sale sulle ferite una mancanza di controllo delle tempistiche degli oggetti di Fortnite che ha fatto infuriare e non poco moltissimi utenti.
Come spiegato sui social, nel momento in cui i responsabili della rotazione degli oggetti dentro il Battle Royale Epic si sono accorti che la tempistica della emote Share The Wealth non era proprio felice, si è trattata di una svista dovuta a una programmazione fatta in anticipo rispetto alle ultime decisioni prese dalla società madre. Ma tanto è bastato per far imbestialire e preoccupare moltissimi utenti.
Perché mentre in Fortnite, in realtà per un periodo molto limitato di tempo, gli utenti hanno avuto l’occasione di comprare l’emote in cui si buttano soldi a destra e manca la società non è riuscita a trovare altro modo per rientrare delle perdite registrate nell’ultimo periodo che non quello di tagliare oltre il 15% della propria forza lavoro totale, che si è tradotto in quasi 900 persone mandate a casa.
La società si è giustificata dicendo che si tratta di una mossa per stabilizzare a livello economico la situazione ma di certo, e non è mancato chi lo ha ricordato con un link, siamo lontani da quel momento storico in cui Iwata, patron di Nintendo, decise che si sarebbe tagliato il 30% del proprio stipendio in quello strano 2014 quando la società da lui gestita registrò un calo a causa di Wii U senza andare a toccare i posti di lavoro.
Sempre sullo stesso social, e per fortuna, è già partita quella che potremmo definire una gara di solidarietà tra developer con i responsabili e i membri di altri team di sviluppo che hanno iniziato a postare messaggi indirizzati proprio a chi si trova ora senza una occupazione con indirizzi email cui mandare il proprio curriculum e elenchi di posizioni aperte per poter cadere sul morbido.
Su tutto una domanda: come fa una società che possiede un motore di sviluppo, uno dei giochi più redditizi di sempre e che sforna titoli come se fosse una panetteria ad avere problemi finanziari?
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