Era il 2006 quando, nel pieno dell’onda di consensi per GTA, uscì un altro gioco dalla premessa geniale e realizzato in modo abbastanza soddisfacente da scavarsi una sua nicchia di fan. Quel gioco era Scarface.
E ora scopriamo che di quel gioco a mondo aperto ispirato a Grand Theft Auto e insieme al grande film di gangster degni Anni ’80, da qui il titolo, avrebbe dovuto avere anche un secondo capitolo. Abbandonato per motivi ignoti ma abbastanza avanti nello sviluppo, almeno in una prima build, da darci ora un video che mostra i passi avanti che gli sviluppatori, i ragazzi di Radical Entertainment con l’ausilio di Vivendi Games, stavano facendo.
Perchè a differenza del protagonista di GTA, Tony riusciva per esempio a nuotare! E anche se non c’era la voce originale di Pacino era stato proprio il monumentale attore a scegliere Andrè Sogliuzzo come suo vice. Come doveva essere Scarface 2, il cui titolo ufficiale era Scarface Empire?
Il primo gioco dedicato a Scarface uscì a distanza di oltre dieci anni dal film con Pacino nei panni di Tony Montana. Non era certo un gioco imperdibile ma comunque, con il traino del successo del cult degli Anni ’80, il prodotto di Radical Entertainment trovò un modo di sopravvivere e piacere abbastanza da far mettere in cantiere anche un sequel. Un sequel che, però, non andò mai oltre le prime fasi di sviluppo. Ora, grazie al lavoro del canale Youtube Mafia Video Games, arrivano nuovi brandelli della prima build.
Il canale ha anche sparso su Twitter altri pezzetti di video e altre immagini nonchè alcune informazioni interessanti riguardo quello che era il motore grafico di Scarface 2. A tenere in piedi il seguito era infatti il motore che gli stessi ragazzi di Radical stavano usando per il gioco di Hulk ma con una serie di migliorie e di modifiche che avrebbero sicuramente fatto correre il genere dei giochi a mondo aperto.
Le somiglianze con GTA sono sempre state evidenti ma del resto anche Rockstar ha preso a mani basse dall’epica di Scarface per il suo racconto malfamato, quindi nessuno può effettivamente lamentarsi. Non di questo almeno: forse più assurdo di tutto è proprio la premessa su cui il gioco si reggeva, ovvero il fatto che Montana non muore alla fine del film. Ma sempre meglio di un viaggio nell’aldilà.
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