La nuova frontiera dei collezionisti videoludici riguarda i contenuti in game: per uno di questi un gamer ha rifiutato 1,4 milioni di Euro.
Il collezionismo videoludico non è certamente una novità degli ultimi anni, ma esattamente come il medium da cui prende vita anche questo negli anni si è modificato ed è diventato qualcosa di completamente differente. Se un tempo i collezionisti puntavano alla copia originale e cellofanata di questo o quell’altro titolo, oggi gli oggetti maggiormente richiesti sono contenuti in game.
Se non siete pratici di giochi online, probabilmente non avete presente cosa sia un contenuto in game: si tratta di oggetti di vario tipo che possono essere skin (customizzazioni di vestiti, armature, armi e auto) oppure oggetti particolari per il proprio personaggio. Questi contenuti servono a personalizzare il proprio avatar in mondi di gioco in cui si incontranno e scontrano milioni di videogiocatori in tutto il mondo. Si tratta dunque di un modo per rendere unico il proprio personaggio anche quando si hanno a disposizione un numero limitato di personaggi a cui attingere.
Per chi è un gamer vecchio stampo – che dedica dunque il proprio tempo ad avventure single player – o chi non ha familiarità con il mondo videoludico potrebbero sembrare oggetti di poco o alcun valore, ma non è così. Le skin ed in generale gli acquisti in game sono ciò che permettono alle softwarehouse di guadagnare dai videogame free-to-play (la cui installazione è gratuita per tutti) e ciò che maggiormente ricercano i gamer più giovani.
La dipendenza creata da questi acquisti in game è tale che da qualche tempo a questa parte molti Paesi stanno facendo delle leggi ad hoc per impedire l’inserimento delle loot-box o per rendere i giochi con loot-box all’interno vietati ai minori di 18 anni. Questo perché questo particolare tipo di acquisto in game porta a spendere per acquistare una scatola il cui contenuto è misterioso (un esempio di loot box sono i pacchetti di FIFA).
Gamer rifiuta 1.4 milioni di Euro per una skin su questo videogioco
Negli anni il mercato delle skin si è ampliato ed oggi i possessori possono anche pensare di rivenderle per recuperare il costo d’acquisto o addirittura trarne profitto. Come per il collezionismo tradizionale, anche quello dei contenuti in game il valore di un oggetto varia in base alla sua rarità e della sua anzianità.
Nei giorni scorsi ha suscitato un discreto scalpore la vendita di una skin per fucile di Counter-Strike: Global Offensive, l’fps strategico di Valve che da 10 anni tiene incollati allo scermo milioni di appassionati. L’utente Luksusbum ha infatti venduto la prima skin 661 ST MW 4xTT holo a 160mila dollari. Un prezzo assurdo, penserete voi, ma si tratta della skin in suo possesso di minore valore sul mercato. Adesso infatti ha messo in vendita l’unica skin “White Lotus” esistente nel gioco a 400mila dollari.
I am selling the world #1 661 ST MW 4xTT holo.
As the 661 has been replaced with my Wild Lotus 4xR holo, I have decided that it should find a better home.
I will entertain offers above $400k. pic.twitter.com/AccFDOx1VO
— Luksusbums (@Luksusbums) November 16, 2022
Se siete sorpresi da questo resterete stupefatti dal resto. Lo stesso Lukusbum è in possesso di una skin unica per coltello, la Karambit Blue Gem, per la quale ha rifiuato la bellezza di 1,4 milioni di Euro. Un motivo in più per accedere al proprio account di CS:GO dopo anni di distanza. Di recente, infatti, la community si è riattivata grazie all’indiscrezione secondo cui Valve starebbe sviluppando un secondo capitolo del fortunato fps strategico. Oltre a farsi una partita o due per verificare il proprio livello, potreste anche dare un’occhiata alle skin, magari ne possedete una dall’enorme valore senza nemmeno saperlo.