Dopo ben 30 minuti di palpitante attesa al segretissimo stand di Electronic Arts (dove non era consentito fare né foto, né video) ho finalmente avuto l’opportunità di testare per circa mezz’ora la versione alpha di Dragon Age: Inquisition. Mi è stato possibile giocare una missione su una delle mappe più “piccole” del gioco. Già, perché non stiamo più parlando delle ambientazioni limitate e costrittive dei capitoli precedenti, ma di un titolo open world, con ampissime mappe tutte da esplorare in ogni minimo dettaglio.
Con aggiunta del crafting di oggetti, girare il Thedas dà anche l’opportunità di raccogliere elementi utili al fine di potenziare armi, armature e creare pozioni, nonché completare missioni secondarie. Mi sono dunque trovata a notte fonda insieme ai miei compagni di party: Solas (il mago) Cole (il ladro) e Blackwall ( il guerriero), con la pioggia che scrosciava in mezzo a una palude per nulla rassicurante, nell’intento di capire dove fosse finita una delle pattuglie dell’Inquisizione catturata da una tribù di barbari locali (gli Avvar).
Con aggiunta del crafting di oggetti, girare il Thedas dà anche l’opportunità di raccogliere elementi utili al fine di potenziare armi, armature e creare pozioni
Avanzando mi sono resa subito conto che la grafica aveva ricevuto dei miglioramenti esagerati, vedere come le armature dei membri del mio party riflettevano le luci delle fiaccole appese qua e là, o i movimenti dell’acqua mentre ci camminavo dentro, mi hanno lasciata quasi a bocca aperta solo al pensiero che non fosse nemmeno la versione definitiva. Avanzando in questa tetra palude ho avuto occasione di incontrare diversi nemici tra non morti, Avvar e orsi; ho dunque potuto testare il nuovo sistema di combattimento del quale è stato deciso di mantenere l’interfaccia grafica degli altri titoli, perciò giocando con un controller le azioni sono selezionabili attraverso i tasti e i grilletti. Abbiamo come sempre come il vigore e la mana, questa volta affiancati dal Focus, un valore che si carica lentamente per poi sbloccare un attacco devastante.
Altra novità è il ritorno della modalità tattica, ossia della possibilità di mettere in pausa il gioco durante le battaglie per valutare le tattiche, curare i compagni e studiare le debolezze del nemico. Questo tipo di modalità da ampia libertà al giocatore che può tranquillamente posizionare i propri PG a piacere, oppure scegliere di combattere semplicemente dando magari qualche ordine ogni tanto.
Insomma, a prima visione si evince che questo Dragon Age è il succosissimo frutto di anni di lavoro intenso da parte dei ragazzi di Bioware, che avevano infatti promesso di rifarsi dopo la delusione generale causata da Dragon Age II. Creare un titolo open world, mantenendo comunque un forte senso di trama, aumentando la grafica, creando ore e ore di contenuti per i player è una cosa che i ragazzi di Bioware hanno la capacità di fare e secondo me anche molto bene. Resterò in attesa del gioco completo, consapevole che le basi di partenza sono più che ottime.
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