Cominciamo ad avere la netta impressione che di NFT e metaversi continueremo a parlare per un po’. Oggi vi parliamo dell’idea di GameStop.
GameStop, la catena di negozi di videogiochi che è croce e delizia di tantissimi di noi giocatori e giocatrici, ha deciso di lanciarsi ufficialmente anche nel mondo degli NFT e ora cerca sviluppatori di token per un suo marketplace.
Prima di alzare gli occhi al cielo lasciate che vi raccontiamo cosa hanno in mente di fare almeno. Potrebbe non essere così male dopotutto o potrebbe scoppiare come la bolla del 3D al cinema. In entrambi i casi avremo qualcosa da raccontare alle future generazioni.
La pagina ufficiale del progetto GameStop NFT Marketplace strizza l’occhio a chi negli Anni ’90 ha provato il brivido del GameBoy con una grafica che nei colori odora invece di Anni ’80. Già questa è una mossa di marketing che ce la dice lunga su qual è il taglio del progetto. Se ne era iniziato a parlare in realtà qualche mese fa ma ora sembra che tutto sia pronto per avviare ufficialmente le operazioni di scelta dei creatori dei token.
GameStop si appoggerà alla tecnologia di Ethereum, una delle più utilizzate nel mondo e dato il numero di domande che si trovano sul form per i creatori e il tipo di domande specifiche che vengono poste immaginiamo che il lancio ufficiale della piattaforma non sia molto distante. La domanda forse più importante che ci sentiamo di porre è: a cosa si legheranno gli NFT di GameStop che non ha nulla di proprietario?
Finora infatti chiunque abbia lanciato i propri NFT aveva un prodotto cui quei Token si rifacevano. Basti pensare al buon Peter Molyneux e al suo gioco play to earn presentato qualche tempo fa.
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A cosa esattamente dovrebbero rifarsi gli NFT di GameStop? A giudicare dallo stile del sito ufficiale possiamo supporre che si tratterà di una operazione nostalgia rivolta proprio a chi il GameBoy l’ha avuto e senza un rimando specifico a un gioco. Del resto GameStop non possiede nessuno dei giochi che vende e non ci sono voci nè sussurri che qualche developer o publisher abbia voglia di “fare coppia” con la catena di negozi.
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