Pro Evolution Soccer. Almeno fino a qualche anno fa, queste tre parole significavano “miglior gioco di calcio in assoluto“, la simulazione più curata e divertente, con modalità storiche come il campionato Master e Diventa un Mito. Più recentemente, purtroppo, tutto questo si è trasformato in “ciò che PES era in passato”, generando una triste nostalgia in chi con Castolo e compagni c’è cresciuto.
A ogni edizione si è parlato di rinascita del franchise ma in realtà dal 2010 nulla è stato in grado di scalfire la concorrenza, arrivando persino a non partecipare del tutto al primo confronto su nuova generazione.
Improvvisamente, dopo almeno sei anni di dominio totale del panorama calcistico dei videogiochi, PES si era ritrovato buttato giù dal trono e negli anni a seguire aveva solo potuto assistere alla sua disfatta. Ma la storia si ripete, a volte a parti invertite, e questa volta sembra proprio che il Re voglia riprendersi il posto che gli spetta.
Improvvisamente, PES si è ritrovato buttato giù dal trono e negli anni a seguire ha potuto solo assistere alla sua disfatta. Ma questa volta sembra proprio che il re voglia riprendersi il posto che gli spetta.
A essere onesti, siamo andati a provare PES 2016 con qualche riserva. Konami ha cercato più volte di mostrarci gli ultimi episodi come rivoluzionari, ma l’entusiasmo iniziale si è sempre spento una volta impugnato il controller; la sorpresa più grande è stata vedere come il nostro scetticismo è stato presto sostituito da uno stupore inaspettato.
Non abbiamo visto nuove modalità, non abbiamo provato particolari funzioni né scavato tra le opzioni di personalizzazione: solo Juventus – Roma, due sfidanti e palla al centro.
Dopo qualche secondo la magia è evidente: interfaccia e grafica a parte, quella a cui stavamo assistendo era proprio Juve-Roma, la stessa che potrebbe andare in onda alla seconda giornata del prossimo campionato, aggiornamenti di mercato a parte. Attaccanti spalle alle porta che si abbassano sulla tre-quarti, stoppano, difensore che li aggredisce, Morata che scarica al giocatore più vicino e scappa via, mentre nel frattempo la corrente Evra riceve palla da un’apertura al bacio del maestro Pirlo. Dopo qualche metro ci si ferma e si scarica a Pogba, stop della casa, dribbling sullo stretto da 100 milioni, apertura di esterno “tipica” del francese per il principe Marchisio che di collo pieno mette fuori causa tutti e insacca in rete. Allegri non avrebbe potuto fare di meglio con il controller in mano.
Dopo qualche secondo la magia è evidente: interfaccia e grafica a parte, quella a cui stavamo assistendo era proprio Juve-Roma, la stessa che potrebbe andare in onda alla seconda giornata del prossimo campionato.
La fedeltà dei movimenti (di tutti, non solo di Pogba – che comunque rimane magistrale e da solo vale il prezzo del gioco), il realismo degli stop, del palleggio sullo stretto, la differenza di forza e agilità tra i singoli giocatori, la lentezza di Pirlo e il collo pieno di Marchisio sono da premio Oscar, qualcosa che sullo schermo di una TV si era visto solo nella realtà. La nostra meraviglia si trasforma presto in esaltazione, soprattutto perché, continuando, la Roma risponde alla stessa maniera, con recupero di forza di Nainggolan, palla a Pjanic, lancio alto a scavalcare la difesa per il rapidissimo Gervinho che allunga il pallone, prosegue a testa bassa e mette la palla in mezzo dove un attento Bonucci allontana di testa.
La partita è un continuo spettacolo di azioni già note ai tifosi di Roma e Juventus. Sembra di guardare la partita in diretta, di poter ammirare le movenze di Pogba dal vivo, tutto va al suo posto perfettamente. Pirlo partecipa all’azione da lontano, limitando il suo campo di gioco alla zona centrale ed evitando di provare a rincorrere il fuggente Iturbe che gli da 10 metri in due tocchi, Tevez si conferma una roccia, resistendo agli scontri e recuperando palle date per perse da chiunque altro. Niente dribbling di Chiellini né tiki taka, niente fughe in velocità di Totti né difese distratte. Se PES 2016 voleva essere un gioco di simulazione calcistica, è andato ben oltre.
Sembra di guardare la partita in diretta, sembra di poter ammirare le movenze di Pogba dal vivo, tutto va al suo posto perfettamente.
A rendere il tutto ancora più realistico è un motore grafico che si conferma impeccabile: il 99% dei volti che abbiamo visto è fotorealistico, curato in ogni dettaglio e ben integrato con il resto del corpo; un marchio di fabbrica che non delude e che abbinato al dettaglio con il quale sono stati realizzati i movimenti dei giocatori regala un’esperienza possibile solo grazie al FOX Engine. Ammirevole anche il sistema di impatto che è stato visibilmente migliorato: niente più scontri “automobilistici”, i giocatori capiscono dove si trova l’avversario e cercano/evitano il contatto in maniera adeguata, rendendo ciascun colpo di testa un vero scontro per il possesso del pallone.
Passando al single player l’IA non fa rimpiangere la mancanza di un avversario, attacco e difesa si muovono benissimo in entrambe le fasi e l’impostazione tattica di base di ciascuna squadra è fedele a quella reale, dunque la Juventus giocherà come la Juve e la Roma giocherà da Roma, sfruttando le forze di ciascuna squadra.
La cosa più importante, comunque, è che giocare risulta davvero divertente, il gameplay è allo stesso tempo impegnativo ed esaltante e questo non può che fare bene a qualunque modalità verrà inserita nel gioco.
Se siete alla ricerca di un titolo calcistico che vi impegni per l’intera stagione o che vi faccia divertire con gli amici PES 2016 potrebbe rivelarsi la scelta migliore quest’anno, con tutte le carte in regola per darvi ore e ore di intrattenimento.
Resta da vedere come sarà la versione finale e cosa avrà da offrire il gioco anche dal punto di vista delle funzionalità online, ma quanto mostrato a Gamescom 2015 ci ha sbalorditi. Il re potrebbe essere tornato.
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