Che ogni tanto si trovino giochi ispirati a grandi titoli sugli store può capitare ma i giocatori che si sono lasciati trarre in inganno stavolta sono stati semplicemente truffati.
La vicenda è emersa da Twitter quando qualche fan sportivo forse un po’ sprovveduto ha acquistato quello che pensava essere un gioco ufficiale e si è invece trovato per le mani la versione digitale della famosa truffa del mattone.
Il finto gioco che ha tratto in inganno diversi giocatori è stato eliminato dallo store Xbox dove si era annidato ma si tratta di un altro caso in cui giochi copia o truffa entrano nel circuito in cerca di giocatori troppo preoccupati di avere qualcosa per leggere cosa stanno effettivamente comprando a saldo.
Giocatori truffati, di nuovo, da un finto gioco
Chi controlla cosa viene pubblicato sugli store online? Ogni tanto sembra che la risposta sia: nessuno finchè gli utenti non fanno il lavoro di gambe al posto di chi è pagato e incontrano da soli i truffatori per poi smascherarli sui social. Perchè se ora provate a cercare NBasketball 23 sullo store Xbox non lo troverete. Al suo posto una schermata che informa che la pagina cercata non è disponibile.
E il motivo per cui il gioco truffa che ha sfruttatto la key art del vero NBA2K23 è stato accompagnato all’uscita è che su Twitter qualcuno lo ha davvero acquisato, pensando di fare un affare con il prezzo scontato da 60 dollari a una decina, e poi ha condiviso con il mondo la brutta sorpresa. Anche noi abbiamo provato a cercarlo e il gioco non è disponibile. Ma abbiamo notato un’altra cosa.
Sono spariti anche tutti gli altri prodotti e giochi che il developer di questo fantomatico gioco di basket aveva pubblicato. Ed è sparita anche la pagina profilo del developer dal Microsoft Store. Dentro Xbox potrebbero non essere i più lesti ad accorgersi che qualcuno vende cose taroccate ma di certo sono riusciti a far sparire tutto il materiale pericoloso in brevissimo tempo. Il che è di certo positivo. La piaga dei cloni farlocchi e delle copie pensate solo per guadagnare è uno degli aspetti più fastidiosi della democratizzazione della tecnologia. E occorre quindi vigilare, sempre, tutti.