Purtroppo per Blizzard non sembra esserci modo di uscire dalla spirale di denunce che riguarderebbero alcune dinamiche dei suoi giochi assimilabili al gioco d’azzardo. Dagli Stati Uniti arriva una nuova denuncia con possibile class action.
È tutto cominciato, come sempre succede, con una denuncia da parte di un padre che si è ritrovato con un addebito tra carta di credito e carta di debito superiore a 300 dollari: soldi che sua figlia ha speso per cercare di entrare in possesso di alcune carte leggendarie di Hearthstone.
La denuncia si basa sostanzialmente sul fatto che Blizzard non chiarirebbe con termini veramente comprensibili quanto remote siano le possibilità che acquistando un pacchetto di carte si ottenga qualcosa di valore. Da qui la denuncia secondo cui i bambini si ritroverebbero a tutti gli effetti a praticare del gioco d’azzardo senza essere però nelle condizioni di rendersene conto.
Torna prepotente il problema legato alle lootbox ovvero oggetti presenti in un videogioco il cui contenuto è casuale e che vengono acquistati però con denaro proveniente dal mondo reale. Gli adulti giocatori sono ovviamente in grado di decidere coscientemente se vogliono o meno buttare i propri soldi per cercare di trovare in un pacchetto di pixel un elemento speciale. Ma per i bambini la percezione e chiaramente diversa. Ed è proprio su questa diversa percezione che si basa la denuncia presentata da Nathan Harris alla Corte Superiore della California. Nella denuncia si legge che Blizzard dentro Hearthstone utilizza tattiche “illegali, ingannevoli e fuorvianti”.
Nella denuncia si ribadisce poi come Blizzard permetta ai minori di fare gioco d’azzardo con soldi reali per vincere oggetti che si trovano all’interno del videogioco e non prevede il rimborso se gli acquisti con carta di credito sono effettuati da un minore. Quest’ultima richiesta si basa su una legge della California, il cosiddetto California Family Code, con cui si permette proprio ai minori di disconoscere qualunque forma di contratto compreso l’acquisto. Quello che adesso Harris e i suoi legali cercano di fare è trasformare questa denuncia in una class action. Da parte sua invece Blizzard dichiara che, dato che i possibili danni alla società superano i 5 milioni di dollari, vorrebbe spostare la questione dalla Corte Superiore della California alla Corte Distrettuale degli Stati Uniti per poter ovviamente sfuggire al Family Code.
Il fatto che Hearthstone come altri giochi, prodotti da Blizzard ma non solo, finisca con l’essere giocati molto spesso dai bambini e contenga comunque elementi che rimandano al gioco d’azzardo è qualcosa su cui prima o poi occorrerà riflettere tutti davvero.
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