Non tuttio i giocatori e le giocatrici del mondo hanne le stesse possibilità ma ora uno dei titoli della saga di Wolfenstein, reso illegale da un ban pubblico, diventa finalmente disponibile per un altro Paese.
Un Paese in cui non era molto gradito a quanto pare. E anche se il ban ufficialmente non è più attivo da un paio di anni abbondanti, solo ora il gioco in questione è diventato davvero disponibile in modo ufficiale.
E anche se sembra una notizia di poco conto è un cambiamento che segnala un passaggio importante nella cultura e nel rapporto col passato di una interà civiltà.
Wolfenstein sbarca in Germania, a soli 30 anni di distanza
Una domanda che viene da farsi: ha senso, a distanza di trent’anni, rendere disponibile un gioco del 1994? Soprattutto perchè, in barba al ban, tanti giocatori e tante giocatrici tedeschi hanno trovato negli anni mezzi sotterranei per mettere le mani su Wolfenstein 3D. Il gioco, in quel lontano 1994, deve essere sembrato troppo da sopportare così a ridosso della caduta del Muro di Berlino. Quei simboli nazisti e il MechaHitler devono essere sembrati insopportabili. E da qui il ban.
Un ban che ora, anzi nel 2019, è stato tolto anche se ci sono voluti altri tre anni perchè il Unterhaltungssoftware Selbstkontrolle, l’organo che si occupa di valutare i giochi e renderli così disponibili nel Paese a un pubblico più o meno ampio, gli affibbiasse un rating nazionale. Il gioco base è destinato ora a chi ha almeno 16 anni mentre il DLC, Spear of Destiny, è stato valutato come più duro e quindi destinato a chi ha più di 18 anni.
Meglio tardi che mai ma è comunque un passo fatto per creare un rapporto diverso con un passato che è di sicuro difficile da gestire. I videogiochi, e ogni tanto è una riflessione che facciamo quando ci viene data l’occasione, sono intrattenimento ma non per tutti l’intrattenimento si fa nello stesso modo e la storia non ha una prospettiva sola. Siamo così abituati a vedere il mondo con gli occhi dei prodotti americani, a esultare per i nazi fatti a pezzi e cadono come mosche, che forse non ci rendiamo conto che ci sono persone tedesche che quei nazisti li hanno avuti al palazzo accanto.