Un finale di stagione che, più di ogni altra puntata, ha diviso pubblico e critica. Sono stati due mesi concitati in quel di Prime Video, tra critiche feroci alla produzione de Gli Anelli del Potere e fan che, in egual misura, hanno soddisfatto le proprie aspettative.
Ottavo e ultimo episodio. La serie Prime Video Gli Anelli del Potere, dedicata all’universo letterario di Tolkien, è giunta al termine. Non tra poche critiche (spesso feroci), qualche naso storto e, al contempo, numerosi fan soddisfatti di quanto visto. Una serie che ha diviso più di ogni altra e che oggi ci apprestiamo a commentare complessivamente, giunti all’episodio finale che ha sancito la conclusione del primo atto (di – almeno – cinque). Più di ogni altro l’ultimo episodio ha diviso il pubblico e la critica, con colpi di scena – alcuni telefonati, altri meno – rivelazioni sconcertanti e qualche scivolone.
Ci teniamo a precisare che esistono comunque due filoni di utenti che hanno goduto della produzione Amazon e, di conseguenza, due scuole di pensiero. Quella di coloro i quali potremmo definire “puristi del genere“, che si sono letti i libri di Tolkien (da Il Signore degli Anelli al Simmarillon) e chi si è limitato a godere dell’opera cinematografica uscita ormai vent’anni fa. Per i primi, il giudizio è stato praticamente universale e, in una certa misura, perentorio: la serie ha deluso e tradito l’opera letteraria. I secondi, smussati da una legittima ignoranza, hanno apprezzato la serie per quello che è: un’opera fantasy con evidenti richiami a Il Signore degli Anelli.
L’ultimo episodio ha posto fine a due evidenti questioni aperte: la prima con al centro Lo Straniero, pescato dai Pelopiedi e per otto episodi al centro di ipotesi e fantasticherie. La seconda si è invece concentrata sulla reale identità di Sauron, celato in uno dei numerosi personaggi primari e comprimari della serie. L’episodio ha anzitutto illuso gli utenti che Lo Straniero fosse proprio Sauron, salvo poi smentire la questione togliendo ogni dubbio. Ci troviamo di fronte allo stregone grigio, in altri termini, ad un Gandalf agli albori. Diversa la questione per Sauron, che fino all’ultimo si è celato sotto mentite spoglie. A personificare – nella sua forma umana – il male assoluto della Terra di Mezzo è Halbrand, il fabbro umano nonché Re promesso delle Terre del Sud.
Insomma una stagione che giunge al termine non tra poche critiche e che, tuttavia, porta a se particolare interesse. Vuoi per il nome – potentissimo – a cui è legata, vuoi per la qualità oggettiva (che si discosta dai pareri oggettivi dell’opera) giustificata dalla spesa esosa per la produzione. Gli Anelli del Potere rappresenta un nuovo punto di partenza per il brand de Il Signore degli Anelli sul piccolo schermo e, siamo sicuri, sentiremo parlare a lungo di questa serie TV. Il potenziale c’è, ma è ancora – in gran parte – inespresso. Non resta che attendere il prossimo anno e sperare che i lavori per la seconda stagione proseguano spediti.
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