Governo decide sul futuro dei videogiochi, e non è affatto una scelta che i videogiocatori condividono. Ecco cosa è stato deciso.
Il mondo dei videogiochi è senza dubbio molto particolare, unico nel suo genere, con regole interne, modi di fare e di dire molto peculiari. Si può persino arrivare a considerarlo come un universo non solo a se stante, ma anche molto complesso da penetrare e comprendere per chi è all’esterno e non ha familiarità con nessuna delle sue parti. Si pensi ad esempio ad un adulto che non ha mai preso un controller in mano e non si è mai seduto, per 4-5 ore, a videogiocare e a sperimentare con diversi titoli e diverse meccaniche. Ecco, da questo punto di vista per chi non ha vissuto e non ha saggiato con le proprie mani la rivoluzione videoludica degli ultimi 50 anni è difficile comprendere questo mondo.
Ed è per questo motivo che, spesso, quando in politica si parla dei videogiochi, si finisce quasi sempre per sfociare in due ragionamenti diversi e altrettanto deludenti per chi ama il gaming. Da una parte c’è chi demonizza i videogiochi, fonte di tutti i mali della società moderna, influenza maligna pronta a piegare i giovani a culti pericolosi, preparando i criminali del domani. Dall’altra parte, comprendendo che non ci capisce molto, semplicemente si fa spallucce, si rimanda la questione è si conclude con un sempreverde “laissez faire laissez passer“. Ed è quello che è appena successo.
Il Governo non agisce contro il marciume nei videogiochi
Dal 2020 in seno al governo inglese è partita un’indagine piuttosto approfondita, sulla carta quantomeno, per analizzare il pericoloso fenomeno delle loot box. Parliamo del meccanismo, sempre più diffuso, che prevede l’acquisto tramite soldi reali di una moneta del gioco, con cui aprire scatole (pacchetti, bauli, mazzi di carte ecc ecc) che contengono oggetti casuali. Praticamente un gioco d’azzardo continuo, in cui i giocatori scommettono soldi reali per sperare di ottenere l’oggetto leggendario, il calciatore fortissimo o la carta più forte (del momento almeno…). E si arrivano a spendere 15mila euro in poche ore senza ottenere nulla di interessante. Oltre a rovinare l’esperienza di gioco per tutti, il meccanismo non fa altro che rendere il gaming tossico e maledettamente pericoloso.
Ebbene dopo due anni il governo inglese ha appena deliberato che “Riteniamo che sarebbe prematuro intraprendere un’azione legislativa senza prima perseguire misure più incisive da parte dell’industria per garantire la protezione di bambini e giovani e di tutti i giocatori”. In parole povere: non faremo nulla, l’industria deve autoregolamentarsi per proteggere i minori da questo meccanismo. Ed ecco perché questo videogioco guadagna 2 milioni di euro al mese…