Ogni tanto viene da chiedersi che cosa faremmo senza Twitter e senza le persone che decidono di condividere con il mondo i propri pensieri come è successo poco dopo che la rete è stata invasa dai leak relativi al nuovo GTA VI.
Come se la notizia di questa massiccia fuoriuscita di informazioni riguardo il prossimo capitolo di una delle saghe più scorrette mai create nel mondo dei videogiochi non fosse stata sufficiente, un utente si è involontariamente ritrovato al centro di una valanga di messaggi e discussioni che lo hanno addirittura costretto a mettere su modalità privati i suoi messaggi e il suo profilo sul social dell’uccellino azzurro.
Eppure di scempiaggini sui social se ne leggono a mucchi. In che cosa questo è diverso? Dev’essere stata una questione di tempistica e di una percepita saccenza che ha scatenato le reazioni di moltissimi developer, che hanno voluto dire la loro. Noi cerchiamo comunque di trarne del buono: abbiamo avuto modo di vedere e rivedere le fasi iniziali dello sviluppo di tantissimi giochi che sono poi entrati nella storia.
GTA VI, la grafica e la libertà di espressione
I social media hanno dato a chiunque riesca a mettere le mani su un device la possibilità di esprimere un proprio pensiero e una propria opinione. Ma esattamente come avviene nella vita reale, occorre poi essere responsabili di quello che si dice e si scrive. Una lezione che l’utente Twitter @Design4Mind317 ha imparato nel modo più violento che esista: si è ritrovato al centro di una vera e propria mitragliata di messaggi che hanno demolito con immagini e testimonianze dirette quello che è stato il suo pensiero pubblicamente espresso.
Ma che cosa ha detto di così tanto grave AvgGuy? “Se sapeste come funziona lo sviluppo dei videogiochi sapreste che la grafica è una delle prime cose che si completano. Questo gioco sono 4 anni che si trova in una fase di pianificazione e sviluppo. Quello che vedete è in pratica esattamente quello che avrete. L’anno prossimo si tratta di scrivere il codice per le missioni e fare debbuging. Tutta roba dietro le quinte. Fa schifo”. Noi non sappiamo come funziona lo sviluppo dei videogiochi eppure abbiamo imparato che la grafica non è proprio la prima cosa che viene finalizzata e che anzi, molto spesso e fino all’ultimo, quello che anche ai giornalisti viene fatto vedere non è il prodotto finito. C’è sempre un pixel da spostare, una espressione da affinare, un cespuglio da colorare.
Se il messaggio voleva essere una qualche forma di metacritica allo sviluppo dei videogiochi e in particolare di GTA VI ci deve essere stato un fraintendimento. Un fraintendimento talmente enorme da scomodare una lista quasi infinita di sviluppatori che hanno deciso di condividere i primi stadi di sviluppo della grafica dei propri giochi e confrontarli con il prodotto che è poi stato distribuito. Uno degli esempi forse più lampanti riguarda Horizon Zero Dawn. Il collega Cian Maher di The Verge ha condiviso uno screenshot preso da una prima build del magnifico prodotto PlayStation in cui più che contro un dinosauro meccanico IL protagonista (che tutto ha meno che i capelli rossi) spara contro una specie di robottino costruito con i Lego. Probabilmente l’utente Twitter avrebbe dovuto trovare qualche altra cosa di cui lamentarsi se proprio non gli piaceva GTA VI.