Un segno del tempo che passa è anche il giorno in cui chi ti ha fatto sognare quando eri piccolo se ne va per sempre. Il mondo dei videogiochi ha perso un’altra stella che ci ha fatto sognare quando tutto è cominciato.
Ad andarsene, a 69 anni, è stato stavolta un artista, un cover artist per essere precisi: Celal Kandemiroglu. Se avete mai giocato su un Amiga o avevate un amico fortunato con una console avete sicuramente visto almeno una delle sue copertine.
Ma il talento di Kandemiroglu non è stato accantonato quando le cover dei giochi hanno iniziato a essere più simili al gioco interno e realizzate con screenshot di gioco più che con tempere e carta. Sua per esempio la cover e i concept di Sacred e di Emergency 2.
I videogiochi salutano Kandemiroglu
A dare la notizia che improvvisamente il cover artist ci aveva lasciato è stato su Twitter Damiano Gerli alias Damiano “The Pinnacle of Gaming History” Gerli che scrive: “Qualche giorno fa, il graphic artist di grande talento Celal Kandemiroglu ci ha lasciato all’età di 69 anni. E’ ricordato soprattutto per le sue cover negli anni dell’AMiga (la più famosa Turricane) ma anche lavorato di recente alla cover di Sacred“.
Nato nel 1953 in Turchia, che Kandemiroglu avrebbe lavorato nel mondo dell’arte lo sapevano tutti. Il suo primo fumetto lo realizzò infatti all’età di cinque anni e potremmo dire che da quel momento non si è fermato più.
E’ ovviamente celebre per le cover di molti giochi di developer tedeschi dell’epoca dell’Amiga tra cui la celeberrima cover di Turricane 1, 2 e 3 ma la sua firma è stata apposta su oltre 800 illustrazioni realizzate nell’arco di vent’anni. Le più recenti sono Quelle di Sacred e Sacred Plus del 2004 e di Soeldner: Secret Wars. A suo nome c’è anche un “tempio” online. Un sito curato da Classic Game Tribute in cui è raccolta una carrellata di lavori tra i più rappresentativi.
Se qualcuno facesse ora quello che Kandemiroglu faceva negli Anni ’80 verrebbe azzannato alla gola: una cover che non ha nulla a che vedere con la qualità grafica e l’esperienza del gioco. Eppure quando compravamo le cassette del C64 e le riviste quella discrepanza non ci sconvolgeva. Le cover art erano qualcosa di prezioso e che anzi aiutavano a creare nella nostra testa quello che la tecnologia ancora non ci dava.