Mentre la guerra in Ucraina è più vera che mai c’è un telegiornale che, probabilmente come riempitivo, ha deciso di prendere uno spezzone da un videogioco e lo ha mandato in onda nell’edizione della sera.
Siamo, questo è evidente, in una situazione che si evolve costantemente e soprattutto nelle prime ore di quello che ormai possiamo tranquillamente definire attacco russo su vasta scala sulla capitale dell’Ucraina, per poter raccontare ciò che stava accadendo i telegiornali si sono trovati impreparati e qualcuno a probabilmente pescato nella playlist sbagliata.
Tra l’altro non è neanche la prima volta che in un telegiornale o comunque in una fonte ufficiale vengono inseriti spezzoni di video che non c’entrano nulla. Stavolta è toccato al TG2 che ha scambiato War Thunder per la realtà.
Guerra in Ucraina, scusi vado bene per il fronte?
Lungi da noi fare nel modo più assoluto satira su quello che sta accadendo, totalmente grave e deprecabile soprattutto perché è mosso da quelli che ormai sono chiari intenti imperialistici nonché economici. La nostra riflessione è semplicemente una riguardo ciò che può succedere quando ci si trova a dover lavorare in tempi strettissimi. E poi, di contro, quanto poco conosciuti sono ancora i videogiochi.
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Perché ad accorgersi che quello che è stato passato come video in diretta di un attacco su Kiev in realtà era un pezzo di War Thunder è stato il collega Fontana di Wired che su Twitter ha da subito in realtà cercato di dividere il vero dal verosimile su quello che veniva trasmesso dalle televisioni. Al video trasmesso dalla RAI si è poi aggiunto anche un altro video pubblicato dal Sole 24Ore (che è stato poi rimosso) in cui si era scambiata una parata di caccia del 2020 per un sorvolo degli stessi caccia di una strada di Kiev. Un’altra situazione molto incresciosa.
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Il problema delle fake news, per quanto lo si cerchi di contrastare, rimane evidente e con sviste del genere rischia di incrinare definitivamente il rapporto di minima fiducia tra pubblico e organi di informazione. Soprattutto in un momento storico in cui si crede a tutto e non si crede a nulla e i social danno voce a qualunque pensiero.