343 Industries non ha un compito facile: l’onere di continuare una saga storica come quella di Halo è decisamente pesante e il rischio di far infuriare una fanbase estesa è sempre dietro l’angolo. Nonostante qualche critica, Halo 4 era riuscito comunque a far breccia nel cuore degli appassionati e la recente Master Chief Collection ha regalato diverse emozioni grazie all’ottimo lavoro di restauro, compiuto sui quattro capitoli principali della serie. Purtroppo il tutto è stato minato da un’instabilità generale del comparto multiplayer, ad oggi non ancora completamente risolta. E’ comunque innegabile che il team abbia un vero e proprio amore per Halo, sentimento evidente anche nella beta dell’attesissimo Halo 5: Guardians.
La prima cosa che si nota è la loro dimensione ridotta, che le rende perfette per i frenetici scontri 4 VS 4.
Questa prima fase di testing del multiplayer è stata accessibile unicamente alla stampa e tutti coloro che appartengono al programma Preview di Microsoft, mentre dal 29 dicembre sarà accessibile a chiunque abbia una copia di Halo: The Master Chief Collection.
Ma torniamo a noi: l’unica modalità di gioco che è stato possibile provare era Massacro a 8 giocatori con due mappe a disposizione, ovvero Empire e Truth. Partiamo proprio con il design delle mappe: la prima cosa che si nota è la loro dimensione ridotta, che le rende perfette per i frenetici scontri 4 VS 4, offrendo al tempo stesso numerosi ripari, passaggi secondari e vie alternative utili per azioni coordinate con gli altri membri della squadra. Il numero ristretto di giocatori, infatti, rende ogni componente del team fondamentale per arrivare alla vittoria, e i “lupi solitari” hanno vita breve. Inoltre, con il ritorno del sistema di esperienza visto in Halo 2 e 3, collaborare per far vincere la squadra sarà necessario per avanzare di livello, visto che le sconfitte ci faranno perdere punti e anche retrocedere di grado. Meglio, quindi, fare qualche assistenza in più lasciando il compito di prendere una preziosa kill per squadra a un altro, che cercare di fare tutto da soli e finire inevitabilmente crivellati di colpi. Conoscere la struttura delle mappe è utile anche per imparare i punti di respawn delle armi, infatti, come ogni arena shooter che si rispetti, ciclicamente appaiono delle particolari armi che danno un notevole vantaggio tattico e potenza di fuoco superiore al normale.
Tutti i giocatori iniziano con il classico fucile d’assalto e la pistola Magnum, ma è possibile raccogliere anche il DMR, il fucile da battaglia e l’SMG, mentre sulla mappa Truth si può trovare la lama al plasma (qui ribattezzata Reliquia dei Precursori) e su Empire il fucile da cecchino. Ho trovato tuttavia quasi inutile quest’ultimo, poiché, come già detto, le mappe sono abbastanza ridotte, e in particolare Empire si sviluppa attorno a una struttura con troppe barriere architettoniche, rendendo difficilissimo trovare un punto utile per poter utilizzare il fucile di precisione in maniera efficace. Molto più utile invece la Reliquia dei Precursori, che, se sfruttata a dovere, si rivela una vera macchina di morte, grazie alla maggiore agilità che conferisce al portatore, e alla possibilità di uccidere istantaneamente chi viene colpito.
Gli scatti senza limitazioni e il jetpack cambiano radicalmente il modo di giocare e la frenesia degli scontri, oltre a offrire nuove strategie e tattiche prima impossibili.
Rimanendo in tema di agilità, alcune delle principali novità che sono state introdotte riguardano proprio le movenze degli Spartan. Per la prima volta nella serie, infatti, è possibile eseguire scatti senza limitazioni, inoltre tramite il tasto B si attivano dei jetpack per eseguire manovre evasive in qualsiasi direzione. A una prima analisi possono sembrare novità di poco rilievo, ma chi ha esperienza con la serie può già capire come in realtà cambi radicalmente il modo di giocare e la frenesia degli scontri, oltre a offrire nuove strategie e tattiche prima impossibili. Per fare degli esempi pratici, durante le mie prime partite, non avendo confidenza con i nuovi comandi, ho giocato esattamente come avrei fatto nei vecchi capitoli della saga, ottenendo però scarsi risultati. Una volta entrato invece nella nuova ottica di Halo 5, mi si è aperto un mondo di opportunità: la rinnovata velocità dell’azione farà sicuramente storcere il naso ai fan più tradizionalisti, ma a mio avviso siamo davanti alla naturale evoluzione del brand.
la rinnovata velocità dell’azione farà sicuramente storcere il naso ai fan più tradizionalisti, ma a mio avviso siamo davanti alla naturale evoluzione del brand.
Halo 5 è prima di tutto divertente. Iniziare a correre, saltare ed eseguire una scatto laterale in aria continuando poi la corsa senza perdere velocità diventeranno azioni normali, permettendoci di spostarci da un punto all’altro della mappa e tornare nel vivo dell’azione in pochi secondi dopo il respawn, eliminando praticamente i punti morti e offrendo un’esperienza più veloce e immediata. Non è stata tuttavia spezzata la magia degli scontri faccia a faccia che hanno da sempre caratterizzato la serie, con quel sottile gioco di strategia nello sfruttare granate, pugni e cambi repentini di arma per annullare i resistenti scudi del nemico e infiggere il colpo fatale.
A tutto questo si aggiungono anche altre due novità: la prima riguarda una sorta di attacco melee in volo, eseguibile tenendo premuto l’analogico destro dopo un salto: il nostro Spartan caricherà così un colpo speciale lanciandosi a tutta velocità sul bersaglio, infliggendo pesanti danni ma rimanendo esposto e inerme durante il tempo di carica. Questo attacco è quindi da usare con molta parsimonia, perché, se il nemico si accorge della nostra presenza sopra di lui, nella maggior parte dei casi è una morte assicurata per noi, mentre al contrario la soddisfazione di cogliere impreparati i nemici e piombare a tutta velocità su di loro dall’alto è altissima. La seconda novità riguarda il sistema di mira, con il grilletto sinistro ad attivare quello che viene chiamato Smart Scope: non si tratta del tradizionale mirino a cui siamo abituati nella maggior parte degli FPS, infatti non si perde minimamente velocità di fuoco prendendo la mira, inoltre se si viene colpiti questa viene disattivata, limitandone quindi l’abuso e rendendola utile solo negli scontri a distanza. A accezione di armi pensanti per il lungo raggio come il fucile da cecchino, il DMR o il fucile da battaglia, infatti, non ho sentito o avuto la necessità di mirare con le altre armi, se non al massimo per essere più sicuro in infliggere il colpo di grazia a qualche nemico che tentava la fuga. La vera utilità dello Smart Scope, invece, l’ho vista negli scontri aerei: saltando e prendendo la mira, infatti, si attivano automaticamente i jetpack del nostro Spartan, lasciandoci sospesi in aria per qualche secondo, offrendo così un’ulteriore tattica inedita per prendere di sorpresa gli avversari.
Melee in volo e Smart Scope rendono ancor più frenetici i combattimenti a corta distanza.
In conclusione, questo primo approccio con il multiplayer di Halo 5 mi ha lasciato piacevolmente sorpreso: le novità ci sono e si fanno sentire, e, se probabilmente faranno storcere il naso ai più tradizionalisti, io, personalmente, devo ammettere che non mi divertivo così tanto con uno sparatutto da molto, molto tempo a questa parte. Veloce, frenetico ma con un occhio di riguardo per la strategia e il gioco di squadra: così si potrebbe riassumere la mia impressione su questa beta. È comunque ancora presto per dare un giudizio complessivo sul comparto tecnico (che 343 ha specificato essere volutamente a una risoluzione inferiore a quella che sarà la qualità finale del gioco, per concentrare il focus sul gameplay), varietà delle mappe, bilanciamento delle armi e stabilità del matchmaking, che per ora non mi ha mai dato problemi, anche se molto dipende anche dal ristretto numero di persone che hanno avuto accesso alla beta. Aspettiamo quindi il 29 dicembre per la seconda fase, quando molte più persone saranno coinvolte e avremo a disposizione più mappe e modalità. Ma se la base è questa, non posso che essere fiducioso.