Se siete amanti della nebbia che copre tutto dentro Silent Hill di Konami dovete dare uno sguardo a Hollowbody, il nuovo titolo techno noire sviluppato da Nathan Hamley.
L’opera Konami ha lasciato il segno non solo nel cuore di moltissimi giocatori e moltissime giocatrici, che ormai non guardano più una giornata di nebbia con gli stessi occhi, ma anche nella storia dei survival per l’atmosfera e l’utilizzo dell’illuminazione. Da questa fascinazione è nata anche Hollowbody che sposta la tensione da una fantomatica cittadina americana che sembra plasmata da Stephen King a un luogo ispirato alla stessa città natale dello sviluppatore: Bristol.
E il gioco, come raccontato dallo stesso Hamley, è anche un modo per riflettere sulla Brexit. Ma non è un pamphlet politico. Il progetto è attualmente in fase di sviluppo e sta raccogliendo migliaia di sterline. In totale siamo a quasi 28 mila sterline con 936 sostenitori che hanno dato il loro contributo nel momento in cui vi scriviamo. Calcolando che l’obiettivo che il developer si era dato era di 15 mila sterline siamo quasi alla boa del raddoppio.
A differenza di Capcom con Resident Evil Konami adotta una politica diversa con Silent Hill, remake e nuovi capitoli. La serie consiste al momento di un buon numero di capitoli, con pochi remake e una discreta dose di spregiudicatezza che per esempio porterà alla serie interattiva in tempo reale Ascension. Ma le ultime notizie di questa serie risalgono all’ottobre dell’anno scorso e quindi in qualche modo occorre ingannare l’attesa.
Mentre aspettiamo di sapere che cosa vuole fare quindi Konami della sua creatura possiamo innamorarci di Hollowbody. Un survival horror vecchia maniera ambientato in un futuro non troppo lontano e al cui centro c’è una città pervasa di malinconia, un sentimento che lo stesso developer dichiara essere uno degli elementi fondamentali del gioco originale che sta cercando di portare nella sua opera.
Sempre seguendo le parole di Hamley, intervistato dai colleghi di NME, Hollowbody si concentra su qualcosa che ricorda Bristol proprio perché portare l’horror dentro ambientazioni riconosciute e riconoscibili lo rende più efficace. E nonostante le lancette dell’orologio siano state mandate un po’ avanti, i temi che il gioco affronta sono universali. Il tutto però in un gioco che a quanto pare si può completare in un paio d’ore e anche per questo particolare il developer ha una spiegazione. Hamley, che dichiara di lavorare da solo, si è fatto conoscere nel mondo su steam con Guard Duty, un gioco che invece dura 7 ore e che si è portato via “un bel pezzo di vita” costringendo quindi Hamley a rivedere la durata della sua opera.
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