Il mondo del gaming divide e fa riflettere. Il crescente settore di mercato dei videogiochi se da un lato produce lavoro, piacere e fatturato, dall’altro nuoce alla nostra salute.
Prima c’erano i case, le sale giochi, al massimo giocavi a casa con amici, ma per un tempo determinato. Con l’arrivo degli smartphone e l’inondazione da parte dei colossi tech dei giochi, tutto è cambiato.
Ormai si può giocare dappertutto. Mentre si aspetta l’autobus, in metro, fra una pausa e l’altra. Basti pensare a Twitch, la piattaforma di streaming in diretta di proprietà di Amazon.com, che trasforma in pratica un telefonino in una console e conta qualcosa come oltre venti milioni di utenti attivi al giorno, circa un milione di utenti online a qualsiasi ora. Ma anche al trend di Netflix e Sony, che rilasciano sempre più versioni mobile di game che vanno per la maggiore.
Il troppo stroppia. Sempre!
Tutto molto bello, se non fosse che le troppe ore passate davanti a un videogame dividono. C’è chi li difende, come uno studio pubblicato di recente su un campione 2.217 bambini di nove e dieci anni, che sostiene che i bambini che hanno giocato almeno 21 ore di videogiochi a settimana hanno ottenuto risultati migliori nei test di prestazioni cognitive che coinvolgono l’inibizione della risposta. Analisi guidata da scienziati del Dipartimento di Psichiatria dell’Università del Vermont e pubblicata sulla rivista JAMA Network Open, quindi credibile.
I bambini che giocano ai videogiochi tre o più ore al giorno mostrano dunque una maggiore attività cerebrale cognitiva e sono migliori nelle capacità cognitive che coinvolgono il controllo degli impulsi e la memoria di lavoro rispetto ai bambini che non li hanno mai giocati. Certo, anche diversi generi di giochi aiutano, dallo sparatutto alla sandbox ai giochi di puzzle, ma possono produrre abilità diverse, rivelano sempre gli scienziati, andandoci coi piedi di piombo ravvisando ulteriori ricerche. “Sebbene non possiamo dire se giocare regolarmente ai videogiochi abbia causato prestazioni neuro-cognitive superiori, è una scoperta incoraggiante e dobbiamo continuare a indagare in questi bambini mentre passano all’adolescenza e alla giovane età adulta“.
Così la dottoressa Nora Volkow, director of the National Institute on Drug Abuse. Attenzione, però. L’American Academy of Pediatrics (AAP) raccomanda che i bambini sopra i due anni non giochino più di un’ora ai videogiochi nei giorni scolastici e non più di due ore nei giorni non scolastici. Perché se da un lato aumentano le funzioni cognitive, dall’altro crescono anche aggressività, depressione e violenza. Cosa si deve fare? La vita tech è questa, inutile nascondersi, ma un vecchio adagio può aiutarci: il troppo stroppia, a prescindere da quello che dicono i medici.