Ti piace giocare ai videogiochi? Sappi che ora puoi dire che fanno bene alla salute e nessuno potrà dirti il contrario!
Quante volte ti sei sentito dire, oppure hai detto tu stesso, che i videogiochi fanno male alla salute? Negli ultimi decenni il mondo dei videogiochi è cresciuto enormemente, diventando una forma di intrattenimento presente in tutte le case. È vero che alcuni genitori potrebbero essere preoccupati per il tempo che i loro figli trascorrono davanti ad uno schermo.
Esiste però, l’altro lato della medaglia. C’è da dire che la scienza ho scoperto cose molto interessanti. Pare, infatti, che diversi studi abbiano sottolineato che ci sono dei benefici nello giocare ai videogiochi. Ma quali sarebbero? Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i videogiochi possono stimolare alcune capacità cognitive. L’ultima ricerca è stata condotta da ricercatori statunitensi che, secondo i dati raccolti dall’Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) Study, hanno riscontrato numeri interessanti.
Su di un campione di 2000 bambini tra i 9 e i 10 anni, si è riscontrato che quelli che giocavano ai videogiochi acquisivano delle potenzialità che gli altri non avevano. Come, ad esempio, la capacità di problem-solving, la pianificazione e la coordinazione mano-occhio.
Inoltre, i videogiochi possono aiutare ad acquisire conoscenza attraverso l’esperienza pratica, tramite sfide virtuali che richiedono creatività e pensiero critico. Anche lo sviluppo sociale può essere agevolato. Infatti, soprattutto nei giochi multiplayer, i bambini devono imparare a comunicare e a collaborare con gli altri. In questo modo, si incoraggia l’empatia e il gioco di squadra.
Molti videogiochi hanno come missione quello di raggiungere degli obiettivi. Questo può contribuire allo sviluppo di capacità di attenzione e concentrazione dato che i bambini devono focalizzarsi su specifici compiti. I videogiochi possono essere anche cultura. Un caso studio è quello del videogioco realizzato per promuovere il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Parliamo del primo videogioco prodotto da un museo, chiamato “father and son”. Si tratta di uno storytelling in cui il protagonista attraversa diverse epoche storiche sulle tracce di suo padre. Durante le sue avventure ha a che fare con capolavori pompeiani, egiziani ecc. Si arriva addirittura all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. a Pompei. Si tratta del prefetto connubio tra divertimento e didattica culturale.
Quindi i videogiochi non sono quel demonio che spesso le vecchie generazioni dipingono. È anche vero, però, che non bisogna esagerare con le ore ad essi dedicati.
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