Quasi tutti lo hanno bocciato e al botteghino ha fatto malissimo, eppure il film di Borderlands ci ricorda perché sempre più giochi verranno adattati sul piccolo e grande schermo.
Dal momento in cui i dirigenti in giacca e cravatta hanno capito che un videogioco di grande successo poteva aiutare a portate tante persone al cinema e un film amatissimo potesse sveltire le vendite di videogiochi, ecco che l’industria del gaming e quella cinematografica si sono unite in una collaborazione che ormai dura da decenni e che è sempre interessante da osservare.
In certi casi il frutto di questa collaborazione è stato a dir poco terribile, soprattutto quando a monte l’obiettivo unico era fatturare il più possibile. Si pensi ad esempio al fallimento totale del videogioco E.T. di Atari, sviluppato in fretta e furia per uscire in concomitanza con il periodo natalizio. Un progetto devastante che quasi fece scoppiare la bolla e fallire completamente tutta l’industria videoludica.
Poi ci sono anche delle ibridazioni che creano dei prodotti veramente unici e speciali, come sta succedendo negli ultimi anni. Netflix ha lasciato tutti senza parole con la serie di Cyberpunk, Edgerunners, nonché con la serie Arcane di LoL. E come non citare la serie televisiva con attori in cane ed ossa di The Last of Us firmata HBO o ancora quella di Amazon Prime Video che ha adattato Fallout. Ma non tutte le ciambelle vengono col buco.
Alla fine il film di Borderlands è stato un successo
Negli ultimi mesi si è parlato parecchio, o meglio tantissimo per poco tempo, del film di Borderlands. Un progetto che ha impiegato parecchi anni ad uscire e che abbia avuto anche qualche difficoltà lungo il percorso prima del suo esordio al cinema, con il seguente arrivo sulle varie piattaforme pensate per l’ambiente domestico. Il risultato al botteghino è stato un grande fallimento e sia la critica che l’utenza lo hanno massacrato quasi nella totalità dei casi.
“Ovviamente il film è stato molto deludente”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Take-Two Interactive Strauss Zelnick a IGN. “Detto questo, in realtà ci ha aiutato a vendere molto il videogioco. Quindi non credo che abbia danneggiato, anzi credo che abbia aiutato un po’“, ha rivelato il CEO della compagnia che possiede questa IP e tante altre. E a proposito di IP c’è un nuovo action in terza persona che sembra davvero promettente.
Ormai grazie a film e serie TV vediamo le vendite di un prodotto salire in modo netto. Lo abbiamo registrato con il controverso Cyberpunk 2077, con il tutt’altro che amato Fallout 76 e ora anche con Borderlands 3. Che sia un film di successo o meno è importante il risultato finale e quando il bilancio è positivo praticamente sempre non resta che provarci. Nel peggiore dei casi ci si guadagna qualcosa.