Sei convinto che qualcuno, nella tua azienda, guadagni più di te magri senza motivo ma il datore di lavoro non può risponderti? Tra poco potrai sapere la verità.
Tra i grandi misteri degli uffici ci sono gli stipendi di chi lavora intorno a te. Se hai creato un gruppo di colleghi piuttosto affiatato è facile che parliate anche di quello che c’è nella busta paga.
Ma in altre situazioni potresti invece avere il dubbio su quello che è il cedolino di fine mese di quel collega o di quella collega che dà l’impressione di potersi permettere cose per cui tu invece devi risparmiare per mesi. E se fosse una differenza nello stipendio? Con le nuove direttive il datore di lavoro non potrà più nascondere nulla.
Anche se a tanti di quelli che gestiscono imprese e uffici piacerebbe l’idea che i lavoratori fossero lì per il bene della comunità di cui fanno parte è chiaro invece che molte volte si sceglie un posto piuttosto che un altro solo ed esclusivamente per quello che succede a fine mese sul conto in banca. Perché è vero che il lavoro è un aspetto importante della vita ma è anche vero che non tutti hanno la fortuna di poter davvero fare il lavoro che avrebbero sognato da piccoli.
L’unica consolazione diventa quindi il fatto che con lo stipendio alla fine del mese si possono realizzare altri piccoli grandi sogni. Con la nuova direttiva europea, tra le cose che il datore di lavoro non potrà fare più, aggiungendo così un ulteriore strato di soddisfazione alla vita lavorativa, sarà coprire quello che è lo stipendio degli altri dipendenti.
Si tratta di una nuova norma che incentiva ad avere retribuzioni che siano realmente giuste per tutti quelli che hanno la stessa qualifica. Quello che il datore di lavoro sarà quindi obbligato a fare sarà fornire a chi lo chiede uno stipendio medio. Lo scopo della normativa che viene dall’Unione Europea non è però certo quello di fare a litigare i colleghi che magari potrebbero scoprire che c’è qualcuno che guadagna di più, quanto quello di avere effettivamente una trasparenza che possa incentivare l’eliminazione del cosiddetto gender gap.
Nel momento in cui è possibile sapere quanto guadagnano quelli che lavorano nello stesso settore, con le stesse mansioni, sarà più difficile che ci siano discrepanze dovute magari al genere di appartenenza. Quello che il datore di lavoro non può comunque fare è fornire dati specifici su un particolare dipendente, anche perchè poi lo stipendio potrebbe avere dei bonus che vengono dallo Stato.
Ma già sapere se si è nella media degli stipendi o se invece si è magari trattati in maniera diversa e discriminante può essere un modo per far valere poi i propri diritti. Quello a una giusta retribuzione è infatti uno dei più importanti e andrebbe fatto rispettare sempre.
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