Inazuma Eleven è un esperimento, un esperimento di quelli che ti fanno dire: non funzionerà mai! Salvo poi lasciarti a bocca aperta di fronte a un risultato positivo. Mischiare un gioco di calcio con delle meccaniche RPG non è un impresa facile né intuitiva, ma Level 5 è riuscita a confezionare un mix che funziona, semplice per alcuni aspetti e profondo per altri. In Giappone la saga conta ormai 6 capitoli principali, Da noi in occidente siamo rimasti più indietro e quello che oggi ci troviamo a recensire è il terzo capitolo (Quarto con lo spin off su wii). E proprio questo ritardo nella pubblicazione dei titoli in occidente è il motivo di una scelta estremamente particolare riguardo questo gioco: originariamente era un titolo per DS.
Quando poi da noi hanno iniziato a uscire i capitoli a cadenza annuale, spinti anche dalla messa in onda dell’anime tratto dal gioco in tv, il DS era ormai alla fine del suo ciclo vitale, e già il secondo capitolo è uscito in piena era 3DS. Come si sarebbero comportate Nintendo e Level 5 con l’uscita del terzo capitolo? Nel frattempo a novembre dello scorso anno in Giappone è uscita una raccolta dei primi 3 capitoli adattati al 3DS, ed è proprio da questa collection 3D che è tratta la versione occidentale di Inazuma Eleven 3.
Gioco alla mano, come nei capitoli precedenti, bisognerà costruire una squadra reclutando giocatori durante le fasi esplorative ricche di dialoghi.
Le migliorie apportate rispetto alla versione originale sono minime: l’azione di gioco si svolge principalmente sul touch screen, quindi l’effetto 3D viene sfruttato a dovere solo durante i colpi speciali. Anche a livello tecnico le migliorie sono minime e vanno giusto a riguardare risoluzione, alcuni effetti e il ratio dello schermo superiore, lasciando quasi del tutto invariati tutti gli altri aspetti. Le uniche modifiche alla struttura del gioco invece si limitano all’aggiunta di funzionalità Streetpass e Spotpass. Tutti questi aspetti non fanno altro che rimarcare il più grande difetto di questo titolo: la mancanza di novità sostanziali rispetto al predecessore. La mancanza di novità però non va a inficiare tutto ciò che di buono c’era nei capitoli precedenti e che in questo capitolo c’è ancora. Chi ha già giocato i prequel sa quindi cosa aspettarsi affrontando questa avventura calcistica.
Ci vuole un po’ per padroneggiare questo sistema di gioco atipico.
Ciò che invece funziona alla grande, come nei precedenti capitoli del resto, sono le partite. Il gioco ci chiamerà a controllare gli 11 giocatori della nostra squadra sul touch screen, tracciando linee e toccando un punto per effettuare un passaggio. Detto così sembra più semplice di quanto non sia in realtà; la componente strategica entra in gioco infatti quando i nostri giocatori arrivano a scontrarsi con gli avversari. In questi frangenti starà a noi decidere se tentare uno sfondamento, uno scatto, oppure un blocco al posto di una scivolata se siamo in fase difensiva. Una volta scelta l’azione da compiere dipenderà dalle statistiche del giocatore quali velocità, forza e addirittura un sistema di affinità elementale, se la nostra azione avrà successo o meno. Inoltre a nostra disposizione ci saranno anche le Tecniche Speciali, delle potenti mosse che possono facilmente assicurarci la vittoria nel contrasto o un gol facile, al prezzo dello svuotamento di un apposita barra.
In questi frangenti starà a noi decidere se tentare uno sfondamento, uno scatto, oppure un blocco al posto di una scivolata se siamo in fase difensiva.
Qui entra in gioco anche l’unica differenza rispetto al predecessore: le Tattiche Speciali, che sono simili alle Tecniche Speciali, coinvolgono tutta la squadra e permettono di impossessarsi della palla lasciando incapaci di agire per qualche secondo tutti gli avversari. Ci vuole un po’ per padroneggiare questo sistema di gioco atipico, ma una volta presa confidenza riesce a dare grandi soddisfazioni nelle 20 ore circa che servono a completare il gioco
Inazuma Eleven 3 non è un brutto gioco, ma si fanno sentire un po’ troppo le sue origini DS. La scelta di portare con un accorgimento del genere un titolo abbastanza datato ci fa ben sperare però sulla pubblicazione dei prossimi capitoli, pensati e studiati appositamente per 3DS.
Nell’attesa possiamo godere comunque di un titolo dal gameplay che, anche se invariato rispetto ai predecessori, rimane unico nel suo genere, offrendo un titolo che si sforza di non essere né il classico gioco di calcio, né il classico JRPG ma unisce entrambe le cose. Un esperimento in ogni caso da premiare in attesa del vero debutto della serie su 3DS col quarto capitolo.
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