Le tensioni tra Oriente ed Occidente passano anche per la tecnologia. E a partire dal prossimo primo di Aprile l’uso degli iPhone potrebbe subire limitazioni significative. Scopriamo dove e perché.
Il timore sarebbe che i dispositivi della Mela possano essere rintracciati da agenzie di intelligence dell’Occidente. Il che, considerando precedenti simili, inverte le parti in causa perché fino ad ora limitazioni analoghe si erano verificate soltanto a seguito di provvedimenti statunitensi nei confronti di colossi produttori di smartphones operanti nell’emisfero orientale del pianeta.
A quanto emerge, stando a quanto riferito dal giornale russo Kommersant, il Cremlino avrebbe deciso di vietare l’uso degli iPhone della Apple a partire dal prossimo primo di Aprile. Sarebbero state fonti anonime a riferire alla stampa russa la notizia, giunta con l’ultimatum di procedere all’abbandono degli iPhone in meno di due settimane, ovvero entro e non oltre il 31 di Marzo. E con l’esortazione di sostituirli a partire dal giorno successivo con dispositivi Android o con smartphones di produzione cinese o russa.
Ancora secondo il giornale Kommersant, sarebbe stato Sergei Kiriyenko, primo vice-capo di gabinetto dell’Amministrazione Presidenziale di Vladimir Putin, a comunicare l’ordine di divieto. Il quale penderebbe ad una specifica categoria di persone: ovvero ai funzionari del Cremlino impegnati nella campagna per la rielezione di Vladimir Putin alle presidenziali del 2024. Tuttavia con una concessione: se i funzionari non intenderanno buttare via i dispositivi, potrebbero decidere di darli ai loro bambini.
I precedenti blocchi in ordine inverso, ovvero da Occidente a Oriente: il caso Huawei e l’arresto della figlia del fondatore
Se verrà ufficialmente confermato, il provveddimento si aggiungerebbe ai già numerosi e preoccupanti elementi di escalation del conflitto, certificando la crescente sfiducia, diffidenza, tensione ed animosità tra gli Stati Uniti e la Russia. Ed il caso non é un unicum, anche se fino ad ora simili provvedimenti erano stati adottati, potremmo dire, in senso opposto: ossia da Occidente ad Oriente.
Tra i precedenti più significativi, nel 2019 il governo statunitense mise infatti al bando i dispositivi Huawei, per motivi e timori simili di possibili attività di spionaggio perpetrate per mano del governo cinese ai danni della popolazione degli USA. E come riportato solo pochi fa dal Financial Times, quattro anni dopo il veto la situazione si sarebbe ora finanche inasprita, attraverso la sospensione dell’emissione di licenze per le esportazioni tecnologiche operate negli USA proprio alla Huawei. Mentre, dal canto suo, la società di Shenzen continua a negare qualsiasi tipo di collaborazione con il governo di Pechino per attività riconducibili allo spionaggio.
Inoltre, restando in tema di precedenti di forte tensione tra Occidente ed Oriente, nel 2018 giunse alla Polizia del Canada un mandato di cattura con richiesta di estradizione da parte degli USA nei confronti di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei Ren Zhengfei. Motivo: l’accusa di violazione dell’embargo nei confronti dell’Iran pendente secondo gli Stati Uniti sulla signora Wanzhou.
E l’arresto fu un vero e proprio schiaffo, considerato doppiogiochista per l’allora amministrazione Trump, subito dal governo cinese. Insomma, come a dire: continuano spargimenti di benzina su un fuoco sempre più ardente e pericoloso.