Le tasse sono previste in percentuale sul reddito annuo che va in dichiarazione e le novità in arrivo l’anno prossimo sulle fasce di reddito potrebbero essere una boccata d’ossigeno per il portafoglio.
Un numero che tutti dovrebbero conoscere è quello relativo alla fascia di reddito in cui ci si trova. Questo perché questo numero, ovvero la percentuale di reddito che viene poi restituita allo Stato, cambia in maniera anche importante ciò che resta sul conto in banca.
Allo studio del governo ci sarebbe però un cambiamento importante che potrebbe farti risparmiare molto denaro. Il tutto proprio in base alla fascia di reddito in cui si trovi e in cui potresti trovarti tra non molto. Vediamo la situazione attuale e come dovrebbe modificarsi se tutti i tasselli andranno a loro posto.
Quali sono e quali saranno le fasce di reddito per i cittadini italiani?
Pagare le tasse è qualcosa che probabilmente a nessuno piace fare. E tutti, a prescindere da qual è la percentuale di tasse che si pagano, vorrebbero pagare di meno. Per poter mantenere però in piedi l’impalcatura dello Stato è necessario il contributo di tutti. Ed è necessario un contributo costante per mantenere i servizi essenziali attivi e funzionanti.
Le tasse sono calcolate, in particolare l’IRPEF, con una aliquota che divide i cittadini in tre fasce. A partire dal prossimo anno, però, potrebbero esserci enormi benefici per alcuni contribuenti, perché sarebbe allo studio un cambiamento nel calcolo dei redditi e proprio nelle percentuali IRPEF. La situazione vede attualmente la prima aliquota per i redditi fino a 28 mila euro, la seconda aliquota per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro e la terza aliquota per quelli oltre i 50 mila euro. le percentuali sono 23%, 35% e 43%.
L’idea sarebbe quella di abbassare l’aliquota che ora è al 35% di 2 punti arrivando così al 33%. A questo si dovrebbe sommare anche il fatto che la fascia di reddito passerebbe da 50 mila a 60 mila euro. Tutto però dipenderebbe da come andrà la raccolta delle tasse. Per esempio utilizzando uno strumento che è tornato di gran moda soprattutto per le partite IVA: il concordato preventivo biennale.
Questo calcolo consentirebbe infatti allo stesso tempo ai contribuenti di avere una indicazione precisa di quello che andrebbero a pagare per i prossimi due anni e allo Stato di sapere già con largo anticipo quello che entrerebbe nelle casse e quindi si potrebbe ragionare con un po’ più di tranquillità.
Un’altra ipotesi sarebbe quella di scendere di un punto percentuale e quindi passare l’aliquota che ora è al 35 % al 34%. C’è da dire che si tratta per ora solo di una situazione ipotetica, dato che nulla potrà avvenire senza la certezza di una copertura economica per questo taglio. I conti devono quadrare e per questo motivo da qualche parte i soldi devono arrivare.