Come spesso è accaduto nel corso di questa generazione di console, anche Square Enix ha deciso, in occasione dell’annuncio del terzo attesissimo capitolo, di tirare un po’ le fila di quella che è senza dubbio la sua serie più importante e preziosa, seconda solo al celebre Final Fantasy. Ovviamente parliamo di Kingdom Hearts. Ecco quindi che fa capolino sugli scaffali dedicati a PlayStation 3 una scintillante edizione dedicata al primo indimenticato capitolo (forse il migliore) e a tutto il materiale pubblicato che ruotava intorno al suo nucleo narrativo.
Kingdom Hearts HD 1.5 Remix raccoglie quindi i seguenti contenuti: una versione, tirata a lucido graficamente, di Kingdom Hearts Final Mix, un restauro totale del titolo apparso su Game Boy Advance Kingdom Hearts: Chain of Memories e infine una serie di sequenze cinematografiche riprese da Kingdom Hearts 358/2 Days, rimasterizzate in alta definizione. Il cuore pulsante del pacchetto, naturalmente, è la versione definitiva del primo episodio, quel Final Mix che su PS2 riproponeva in toto il titolo originale e lo espandeva con sequenze e scene extra. La prima cosa che salta all’occhio è la bontà della nuova veste grafica.
È la versione definitiva del primo episodio, quel Final Mix che su PS2 riproponeva in toto il titolo originale e lo espandeva con sequenze e scene extra.
Lo stile di Kingdom Hearts è stato fin dalle sue origini caratterizzato dai colori sgargianti e dalle forme morbide con cui è stato disegnato ogni personaggio, portandolo in tre dimensioni, più che dalla complessità e dal livello di dettaglio.
Perciò, l’alta definizione e la pulizia operata alle texture, più che evidenziare i difetti di un motore grafico vecchio ormai di anni, ne esalta i pregi del valore artistico. Paperino, Pippo e tutti i beniamini Disney si avvicinano cosi ancora di più alla loro natura cartoon, mentre Sora e i personaggi creati da Square Enix rendono ancora meglio nella loro espressività. Il tutto incorniciato da un framerate più solido di quello originale, che in un titolo dal gameplay prevalentemente action, è un upgrade piuttosto rilevante.
La complessità dei livelli è quindi molto contenuta, tanto che a volte risultano, oggi come ieri, davvero ripetitivi nella loro componente “architettonica”.
Per il resto il gioco è identico a quello originale. Un GdR d’azione d’altri tempi, se vogliamo, meno guidato e telefonato, nella sua esplorazione e progressione, rispetto a quanto siamo abituati a giocare oggi, con gli stessi pregi e difetti dell’epoca. Un sistema di controllo, tirando le somme, valido, ma a volte legnoso, un level design a volte ottimo e altre appena sufficiente, e una telecamera non sempre puntuale nel seguire l’azione di gioco, che sovente risulta piuttosto caotica. Rimane però la magia dell’universo creato, e la suggestività della trama realizzata per far collidere in maniera armoniosa mondi tanto diversi come quelli delle varie pellicole Disney e le giapponesissime realtà di Final Fantasy e dei protagonisti Square Enix. La colonna sonora da Oscar è la ciliegina di una torta oggi come oggi ancora ottima da gustare.
Il tutto incorniciato da un framerate più solido di quello originale, che in un titolo dal gameplay prevalentemente action, è un upgrade piuttosto rilevante.
Chain of Memories è un titolo molto più limitato, sia nella sua componente ludica che in quella prettamente narrativa, collocandosi come una piccola parentesi inserita tra le vicende del primo e del secondo episodio. Riprendendo la struttura di base di Kingdom Hearts, questo capitolo incorre in diverse limitazioni, dovute principalmente all’hardware originale su cui vide luce, il GBA, e con cui dovette fare i conti già il remake per PS2 all’epoca. La complessità dei livelli è quindi molto contenuta, tanto che a volte risultano, oggi come ieri, davvero ripetitivi nella loro componente “architettonica”. In compenso, la profondità di gioco acquisita grazie all’introduzione di un sistema di carte collezionabili che influiscono su abilità e variabili in battaglia è un esperimento interessante e riuscito.
Infine, dispiace un po’ che Square Enix non abbia riproposto in versione giocabile anche 358/2 Days. Se da un lato è apprezzabile il fatto di conservarne almeno il lato narrativo, trattandosi di uno dei capitoli con i retroscena più interessanti della serie, il fatto di non poter godere di altro che delle cut-scene del gioco lascia con l’amaro in bocca.
L’alta definizione e la pulizia operata alle texture, più che evidenziare i difetti di un motore grafico vecchio ormai di anni, ne esalta i pregi del valore artistico.
Kingdom Hearts HD 1.5 Remix, come ogni altra operazione di “rispolveramento” di titoli old-gen operato di questi tempi con la “scusa” dell’alta definizione, ha senza dubbio tra i primi intenti quello meno nobile, ma giustificabilissimo, di far cassa e sfruttare il più possibile gli assi nella manica della software house di riferimento, in un periodo di crisi artistica e produttiva che attraversa un po’ tutto il settore. Detto questo, rimangono le indiscusse qualità di un titolo che trova ancora un senso nella sua fruizione da parte di chi non lo avesse mai provato. Tutti gli altri, invece, si muoveranno semplicemente in base al personale amore per la serie e a quanto inciderà su di loro il fattore nostalgia.