Cosa ci vuole per tenere alto il numero di giocatori di CoD Black Ops 6 e Warzone? Una nuova skin. E puntuale come Babbo Natale è arrivata anche la polemica. Stavolta, certo, i motivi ci sarebbero.
Resettate tutti gli orologi perché è appena scoccata l’ora della polemica sulle skin in arrivo dentro Call of Duty Black Ops 6. Non c’è voluto molto dopo il lancio perché si cominciasse a parlare di quello che arriverà in seguito.
E ricordiamo ancora tutti piuttosto bene le famose polemiche sulle skin che diventavano invisibili con un effetto mimetico sull’ambiente veramente fastidioso. Stavolta però la polemica è di tutt’altro genere. È effettivamente una skin illegale per un videogioco e che non dovrebbe essere stata neanche immaginata figurarsi prepararla per uscire ufficialmente? Di certo è una skin solo per adulti. Ma del resto dovrebbe uscire su un gioco solo per adulti.
C’è chi dice che da quando Call of Duty ha iniziato ad avere le meccaniche con gli zombie, gli eventi periodici, le collab, il gioco ha perso un po’ del suo interesse. Di certo ci vuole un po’ per abituarsi all’idea che anche dentro Call of Duty ci si possa vestire come se si fossero fulminate tutte le lampadine della camera da letto ma nelle lobby è piacevole e divertente notare come la personalità dei singoli giocatori si esprima attraverso le scelte estetiche.
Quale tipologia di scelta estetica però potrebbe mai convincere qualcuno a indossare una skin che si ispira al consumo di droga? Nel periodo delle feste arriveranno per il gioco di Activision diversi contenuti a tema ma la nuova skin denominata Blunty, con una testa di camaleonte e un’arma palesemente ispirata ai bong (che poi magari nessuno usa) sta alimentando la discussione più accesa.
Tutto il bundle, che si chiama Dank Days, è a tema marijuana ma non è la prima volta che dentro i capitoli di Call of Duty arrivano questo genere di influenze. La polemica, che da una parte può essere condivisibile, è che non ci dovrebbe essere questi contenuti che sembrano avallare comportamenti pericolosi.
Ma, e questa è l’altra faccia della medaglia, siamo di fronte ad una skin ispirata al consumo di droghe ma che si trova all’interno di un videogioco che dovrebbe essere destinato solo ad un pubblico adulto. Quelli che commentano che così facendo si espongono ragazzi e ragazzini a contenuti non adatti a loro forse dovrebbero ricordare come funzionano le classificazioni.
Il problema dei ragazzi molto giovani che incontrano questi contenuti online è, principalmente, dovuto al fatto che incontrano contenuti non adatti a loro perché non c’è nessuno che si prenda la briga di spiegargli quali sono i videogiochi fatti per loro e quali invece sono quelle esperienze che contengono elementi più difficili da comprendere e da cui dovrebbero essere tenuti alla larga almeno fino alla maggiore età. Non si può dare ai developer o agli artisti che inventano le skin l’onere anche di controllare chi è che prende il pad in mano.
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