La missione per studiare Plutone, finanziata con la cifra di 460 milioni di Dollari, sfrutta una tecnologia che potrebbe sembrare non proprio al passo coi tempi: la New Horizon si basa sugli stessi chip contenuti nel primo modello di PlayStation, arrivata sul mercato ben 20 anni fa!
La missione New Horizon della NASA è strutturata con l’obiettivo di catturare le prime immagini fotografiche ravvicinate di Plutone, oltre ad aiutare nella ricerca di risposte a quesiti fondamentali sul pianeta più distante del sistema solare.
A bordo della sonda utilizzata per la missione ci sono le ceneri di Clyde Tombaugh, l’astronomo che ha scoperto Plutone nel lontano 1930. Tornando alla sua composizione: la sonda utilizza il procesore Mongoose V a 32-bit, basato sulla stessa architettura MIPS R3000 utilizzata nella PlayStation originale. Il chip funziona a 12MHz, ma sembra sufficiente per essere scelto dalla NASA per guidare l’esplorazione dei confini del sistema solare (oltre che per far funzionare Tomb Raider). I computer che guidano la missione sono due, uno si occupa della gestione dei dati mentre l’altro della guida e dei controlli. Ogni computer è duplicato, quindi in totale la potenza raggiunta dal sistema della New Horizon è quella di quattro PlayStation.
A quanto pare, nonostante le apparenze, la scelta di utilizzare questo tipo di processore si è rivelata azzeccata. Alexandru Voica di Imagination Technologies ha infatti dichiarato: “Il processore Mongoose V analizza le informazioni posizionali, distribuisce i comandi operativi a diversi sistemi, raccoglie e processa dati delle strumentazioni e invia pacchetti di dati alla Terra. Funziona con un algoritmo avanzato di autonomia, che consente alla sonda di auto-correggere problemi o di contattare la Terra per chiedere aiuto“.
Ricordiamo che la sonda New Horizon è stata lanciata nel 2006, quando Plutone era ancora considerato ufficialmente un pianeta; come molti ricorderanno, infatti, poco dopo il lancio della sonda Plutone è stato riclassificato come pianeta nano. Durante il viaggio la New Horizon è stata messa in modalità stand-by in modo da evitare uno spreco di energie, e mancano ancora circa 1800 giorni al suo risveglio dal lungo sonno nel silenzio dello spazio.
Fonte: telegraph.uk