Silicon Echo, publisher molto attivo su Steam, ha visto chiudere le proprie 200 inserzioni sullo store di Valve perché contenenti quelli che vengono definiti in gergo giochi “fake”.
Si tratta di titoli principalmente cloni di altre produzioni di successo, realizzati sotto nomi di falsi sviluppatori, facenti capo ad una sola entità, con lo scopo di alimentare il mercato delle trading card.
“Avevamo chiesto spiegazioni ma Valve non ha risposto. Non siamo eroi e ammetto che probabilmente alcune persone potrebbero considerare illecito il nostro modello di business, ad esempio abbiamo creato vari nomi per studi di sviluppo inesistenti, riuniti sotto lo stesso publisher. Si trattava di un metodo per registrare più facilmente le statistiche ma non volevamo ingannare nessuno, spiegano dall’editore in una nota affidata a Polygon.
“La mossa di Valve ha completamente distrutto il lavoro degli ultimi tre anni, adesso siamo costretti ad abbandonare questo settore. La nostra reputazione è distrutta e irrimediabilmente compromessa…. Valve avrebbe dovuto avvisarci e avremmo adottato un modello di business diverso, adesso invece non abbiamo più alcuna prospettiva”.
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