Se ti trovi in questa situazione la banca ha commesso un errore e puoi chiedere di essere risarcito. Lo dice la legge.
Il più delle volte se qualcosa va storto con la banca non si può fare altro che prendere atto di ciò che è successo. Se però si genera una situazione simile a quella che stiamo per raccontarti c’è realmente spazio per un risarcimento proprio da parte dell’istituto bancario cui ti sei rivolto.
È una situazione che si innesca per una serie di altre situazioni contingenti ma è una possibilità e soprattutto è la dimostrazione che alcuni diritti non possono essere violati e che non sempre quello che ti viene detto non può essere ribaltato. Questo è quello che devi sapere.
Può capitare, dato che siamo esseri umani, di commettere un errore. Anche con i moderni sistemi telematici. Se per esempio sbagli ad inviare un pagamento puoi immediatamente cancellare la transazione e ricominciare. In questo caso non succede nulla. Diverso è il discorso se il denaro che devi inviare è una somma importante per il destinatario del pagamento non solo per la quantità di denaro che si sposta ma anche per la necessità stringente che il destinatario ha di quella somma. In questo caso, se non ti accorgi immediatamente dell’errore, la situazione che si può venire a creare è di certo spiacevole.
Ed è una situazione estremamente spiacevole se hai necessità di quel denaro in un momento delicato della tua attività professionale o della tua vita. Di recente, la Corte di Cassazione ha respinto un ricorso da parte di un istituto bancario che è stato ritenuto colpevole di non aver controllato con estrema attenzione se il pagamento che stava effettuando era nei fatti destinato alla persona giusta. Ma escluse queste situazioni le banche possono tornarti utili.
La banca avrebbe dovuto, questo si legge nella sentenza della Cassazione, assicurarsi che il nome dell’intestatario del conto e l’IBAN che veniva inserito per eseguire effettivamente il pagamento fossero allineati. Perché, e questo è qualcosa che forse potrebbe stupirti, quello che fa fede nei pagamenti è proprio l’IBAN. Nel caso di specie il denaro è stato inviato ad un altro conto a un beneficiario terzo che nulla aveva a che vedere con la persona che in realtà aspettava il pagamento.
La banca è stata ritenuta colpevole di non avere rispettato alcuni decreti legge, in particolare il numero 11 del 2010, e anche dell’articolo 2043 del Codice Civile. L’istituto bancario infatti non si è attivato per assicurarsi che il destinatario del denaro fosse l’intestatario del conto individuato dal codice IBAN utilizzato per il trasferimento dei fondi.
Il malcapitato è stato quindi poi risarcito della somma che non gli era arrivata in tempo. Potrebbe trattarsi di una situazione al limite ma non del tutto fuori dal mondo. E se ti trovi anche tu in un frangente simile sai che hai dei diritti che puoi far valere.
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