Michael Bennet, senatore democratico dello Stato del Colorado negli Stati Uniti, ha chiesto agli amministratori delegati di Apple e di Google di rimuovere TikTok dai loro stores, attraverso una lettera ufficiale che ha rivolto direttamente alla loro attenzione. Secondo il senatore, l’influenza del social network e le attività di raccolta dati da parte della società che lo gestisce ByteDance sono una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Scopriamo tutti i dettagli.
“L’enorme influenza esercitata da TikTok e le sue politiche aggressive di raccolta dei dati pongono una minaccia specifica alla sicurezza nazionale”: é parte del contenuto della lettera ufficiale che il senatore democratico Michael Bennet, eletto nello Stato USA del Colorado, ha inviato alla Apple ed a Google.
Ed ha poi proseguito: “Dati questi gravi e crescenti timori, vi chiedo di rimuovere TikTok dagli App Store delle vostre aziende con effetto immediato”. Le persone a cui si é rivolto direttamente sono Tim Cook e Sundar Pichai: dunque una lettera indirizzata personalmente ai due amministratori delegati delle aziende, a riprova dell’importanza e della gravità attribuite da parte del senatore alla questione.
Il che, assai presumibilmente, comporterà la presa in carico della richiesta da parte dei due CEO con un grado di priorità di evasione piuttosto elevato, essendo inoltre il senatore Bennet anche un membro di peso e caratura della Commissione Intelligence del Congresso. Tuttavia, l’esito della risposta non é affatto scontato.
Non é la prima volta che giungono segnali di allerta e di allarme da parte di ambienti politici di rilevanza degli Stati Uniti d’America nei confronti del social network di ByteDance. Nonché dall’Unione Europea, come riportato due settimane fa dal portale di tecnologia GSMArena, che intende imporre al social network la conformità al Digitale Services Act (DSA).
Il tutto, tanto nel nostro Continente quanto oltre oceano, per un principio cardine: la trasparenza riguardo alla gestione ed alla moderazione dei contenuti. Anche se, nel nostro Continente, la politica ha scelto una strada diversa di interazione con il social: ovvero, rivolgendosi direttamente a Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, tramite il commissario europeo Thierry Breton.
Dunque due strade, quella statunitense e quella europea, diverse ma che convergono verso lo stesso obiettivo: “Con un pubblico più giovane derivano maggiori responsabilità”, ha scritto Breton a Zi Chew. E se TikTok non darà cenno di recepire le richieste, che hanno sapore più che altro di direttive, il rischio di sanzioni salate fino anche alla rimozione tout court del servizio é sempre più elevato.
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