Dopo un certo tempo i developer hanno il permesso, a volte, di mostrare il lavoro dietro le quinte. Stavolta però il lavoro che emerge online non è purtroppo legato a nessun gioco che sia poi davvero uscito come esclusiva Playstation.
Le decisioni per cui un titolo riceve luce verde e può arrivare sugli scaffali, digitali o fisici, mentre altri progetti finiscono in un cassetto per non parlarne mai più seguono un percorso piuttosto tortuoso.
Tra le cause degli stop ci sono ovviamente idee poco convincenti oppure, il più delle volte, investitori poco convinti che un prodotto che cerca di uscire dagli schemi produca un reale guadagno.
E purtroppo deve essere un po’ quello che è successo con questa esclusiva Playstation che non vedremo mai. Il suo team di sviluppo infatti è stato chiuso e il gioco messo in pausa a tempo indeterminato. Ma, dato che il progetto è naufragato, ora alcuni artisti che ci hanno lavorato possono mostrare quello che ci siamo persi. Ed è una scoperta dolceamara.
Come sarebbe stata questa esclusiva Playstation?
I videogiochi che arrivano lo fanno sulle console e sui PC dopo un periodo di gestazione che può durare anni. Nel corso di questi anni molti artisti e molti tecnici lavorano per portare un’idea a compimento. Se poi l’idea riesce a diventare un videogioco vero e proprio, questo succede perché tutte le stelle si sono allineate. Per il progetto cancellato del team di sviluppo Playstation London niente di tutto ciò è avvenuto.
Adesso però emerge dal profilo Artstation di Lea Pinto, concept artist e BG painter, un po’ dell’atmosfera proprio del progetto che era stato affidato a Playstation London. Sarebbe stata una esperienza multiplayer live service ma con una premessa che ci sarebbe piaciuto provare: una Londra infestata da tutte le creature della fantasia e in cui la città cambia colore e aspetto. Di nuovo, però, il progetto è stato tagliato via insieme al suo team di sviluppo quando, a febbraio di quest’anno, ne fu annunciata la chiusura.
La chiusura entrò in quella che lo stesso Jim Ryan definì una “ristrutturazione organizzativa“. Ma ormai, a distanza di quasi un anno, abbiamo imparato che quando le società parlano di ristrutturazione quello che realmente intendono è tagliare via per far quadrare i conti in tasca a qualcuno. Il progetto Camden sarebbe stato un altro fiasco oppure sarebbe stato quello che Sony sembra cercare spasmodicamente? Perché abbiamo visto, con l’esperimento Concord, come il colosso nipponico stia cercando di trovare il suo Fortnite in tutti i modi.
Il porfolio di Pinto non parla apertamente del progetto Camden ma è evidente che i color key riguardano angoli di una Londra in cui c’è una abbondante dose di fantasy. In uno in particolare si nota la basilica di Saint Paul e in primo piano un cartello in cui si legge Orcamanger. In un altro si trovano un negozio che si chiama The Elfic e quella che dovrebbe essere una caffetteria che si chiama Caffairy. Tutto quello che possiamo sperare ora è che altri artisti possano pubblicare il lavoro che era stato fatto su questo gioco.