Un nuovo studio dimostra come la perdita di biodiversità e degli habitat naturali a favore delle monoculture, come per esempio quella per la produzione dell’olio di palma, saranno la causa più probabile delle prossime pandemie.
Le colture intensive, per esempio quella delle palme da olio che producono questo ingrediente molto utilizzato in tutta l’industria alimentare, rischiano di provocare nuove pandemie. Questo è il risultato di un recente studio condotto da diversi scienziati che lavorano in varie università nel mondo e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Veterinary Science.
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Lo studio, pubblicato su Frontiers in Veterinary Science e condotto da professori di quattro università mondiali, ha preso in considerazione i dati forniti da diverse entità sulla deforestazione e il rimboschimento trovando un legame tra le aree del mondo in cui si è provveduto a una riforestazione con monocolture e picchi nella frequenza di epidemie.
Il risultato più importante è quindi, la scoperta che il rimboschimento che ha portato per esempio a sostituire le foreste cresciute naturalmente con le monocolture di palma da olio per alimentare l’industria globale sta seriamente minacciando la perdita di biodiversità e di conseguenza aumenta il rischio di pandemie.
Questo quanto si legge in un passaggio del report che accompagna lo studio: “Abbiamo anche scoperto che i focolai di malattie trasmesse da vettori sono associati con l’aumento delle aree delle piantagioni di palma da olio. Il nostro studio fornisce nuove prove al legame tra deforestazione globale e focolai di malattie trasmesse da vettori e zoonosi e dimostra che la riforestazione e le piantagioni potrebbero anche contribuire a epidemie di malattie infettive”.
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La riduzione degli habitat naturali e quindi la riduzione in termini di spazio che gli animali selvatici hanno a disposizione porteranno a un contatto con l’essere umano e con gli animali addomesticati sempre più frequente. Proprio questi contatti sempre più frequenti e sempre meno controllati saranno la più probabile causa di nuove pandemie perché porteranno ad un contatto sempre più prolungato di virus e batteri specifici di alcune specie a evolversi per adattarsi a nuovi ospiti.
E uno di questi nuovi ospiti potremmo tranquillamente essere noi.
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