I videogiochi sono, in alcuni Paesi almeno, sempre percepiti un po’ come problematici perché sono il frutto del pensiero libero di qualcuno e quindi difficilmente controllabili. Per questo motivo ogni tanto vengono promulgate leggi che finiscono con il rovinare al punto l’esperienza di chi gioca da arrivare a farli desistere.
Per quanto si possa voler tenere al sicuro le giovani generazioni dalle aberrazioni della società moderna, rendere la vita impossibile a chi produce i videogiochi significa anche andare a intaccare quelli che sono i guadagni delle società che si occupano di videogiochi e, guardando l’immagine un po’ più da lontano, anche l’economia dell’intero Paese.
Perché anche se ti chiami Cina prima o poi i tuoi cittadini cominceranno a mordere il freno e arrendersi conto che le politiche protezionistiche nei confronti del benessere sono in realtà becere manovre di controllo che, tra l’altro, riducono i guadagni. Ah, le società capitaliste!
Ricordiamo ancora quando, subito dopo il periodo più brutto della pandemia, i numeri di tutti i siti specializzati nella raccolta di numeri e cifre mostrarono una impennata decisa nella quantità di chi aveva scoperto per la prima volta i videogiochi.
Tutte le società, nonostante la crisi dei semiconduttori, stavano oggettivamente vivendo un momento meraviglioso. Secondo le stime previste per quest’anno, invece, il mondo dei videogiochi è destinato a perdere circa 175 milioni di utenti e un terzo di questi milioni di utenti che smetteranno di giocare vengono dalla Cina. Il motivo viene da una serie di norme che il Governo cinese ha messo in campo nel corso dell’ultimo anno.
Quella che è stata sempre considerata la fetta più grande del settore a livello mondiale si trova ora a contrastare norme che mettono una serie di bastoni tra le ruote ai developer e ai giocatori. Una delle norme riguarda per esempio l’iter di approvazione dei nuovi prodotti che può superare addirittura gli 8 mesi. Mentre un’altra norma sottopone a censura eventuali contenuti troppo spinti senza dimenticare le norme cui i developer cinesi devono sottostare e che costringono a modificare le versioni locali dei loro prodotti aggiungendo strumenti di riconoscimento facciale e altri sistemi per evitare che i minori passino troppo tempo sui device o giochino usando il cellulare dei genitori in maniera inappropriata. Da un Paese che ha preteso di cambiare anche il finale di Cattivissimo Me ci si può aspettare di tutto.
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