Perchè se ci si dovesse fermare allo stile, Lost In Play finirebbe solo col fare il regalo di Natale di qualche zio sprovveduto. E sarebbe un errore.
Abbiamo avuto l’occasione per provare in anteprima Lost In Play nella sua versione per Nintendo Switch ed è probabilmente il gioco con l’uscita meglio azzeccata in termini di tempistica mai visto nella storia, dato che ci ha fatto tornare indietro nel tempo a quelle estati che duravano tre mesi e in cui si occupava il tempo immaginando universi sconclusionati e insieme perfettamente plausibili.
Guardandolo da fuori si può essere portati a pensare che si tratti di un giochino per Nintendo Switch e Steam ideale come passatempo oppure da utilizzare per tappare i pomeriggi di pioggia con i giocatori e le giocatrici più piccoli. Ma, e questo è contemporaneamente un pregio e un difetto del nuovo gioco prodotto da Happy Juice Games e distribuito da Joystick Ventures, non c’è niente di semplice o di semplificato. Al punto che sul forum di Steam c’è chi prova a boicottarlo. Non dategli retta!
In realtà, infatti, i puzzle che di volta in volta occorre risolvere per riuscire a tornare a casa non sono né elementari né scontati anche se a risolverli sono due bambini. Le spiegazioni sono affidate, un po’ come in Tunic, ad una serie di immagini descritte da personaggi improbabili che parlano una lingua incomprensibile e simile a quella dei Minion.
L’idea di non avere scritte e di non avere personaggi che dialoghino effettivamente rimanda in maniera palese ai cartoni animati per i più piccoli ma non c’è niente di piccolo, non c’è niente di facile e non c’è niente di scontato dentro Lost in Play. Un gioco che ci ha costretto a premere il pulsante di riavvio dei vari puzzle talmente tante volte da trasformarsi in una sfida da risolvere in gruppo sfruttando le capacità di ognuno, fino a chiedere l’aiuto da casa (noi abbiamo scomodato anche il nostro personale campione di scacchi e dama) per poter arrivare in fondo.
Se c’è qualcosa di Lost In Play che assomiglia ai prodotti per bambini è la cura e la quantità di dettagli di ogni immagine, di ogni scena, di ogni rompicapo da risolvere. Questo viaggio nella fantasia è contemporaneamente un tuffo indietro nel tempo, un viaggio dentro se stessi e una sfida che può essere di intelligenza, tenacia o entrambe. Non vorremmo dirlo a voce troppo alta ma nel settore dei puzzle game probabilmente Lost in Play di Happy Juice Games è il prodotto meglio riuscito di quest’anno.
Chi ha provato la demo di questo prodotto che a livello stilistico ricorda Adventure Time, e basta andare su Steam per leggere i commenti, ha a volte trovato estremamente frustranti alcuni dei puzzle ma, anche se è innegabile che ogni tanto anche noi avremmo voluto avere da qualche parte una funzione skip per saltare avanti nel percorso, ci siamo poi resi conto che anche se si tratta di un viaggio nella fantasia è poi un gioco estremamente realistico: nella vita non si può saltare nessuna tappa per quanto complicata, fastidiosa, o pruriginosa sia. Neanche nel mondo creato con la fantasia.
PRO
CONTRO
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