Made in Abyss è un videogioco che potrebbe essere tranquillamente preso come modello per tutte quelle volte in cui ancora qualcuno pensa che se ci sono personaggi dei cartoni animati e questi personaggi hanno un aspetto simpatico e puccioso allora il prodotto va bene per i bambini.
Ed è anche di certo un esempio di quanto invece il rating che viene dato ai prodotti non andrebbe mai sottovalutato. Perché se questo gioco i cui protagonisti sembrano un gruppo di innocui bimbetti con gli occhioni e tanta voglia di esplorare è stato classificato con una bella M per il mercato americano e con un PEGI 18 da noi un motivo deve esserci. E in realtà i motivi sono più di uno.
Perché con una trasposizione abbastanza fedele della serie originale disegnata da Akihito Tsukushi anche il videogioco sviluppato da Chime Corporation e distribuito da Spike Chunsoft mescola e avvicina elementi estremamente kawaii con il gore più spinto.
È capitato più di qualche volta di trovarci nel mercato europeo e occidentale in genere a dover cercare di gestire ciò che viene dall’estremo Oriente. Una parte di mondo in cui i media del fumetto e dell’animazione non sono destinati solo ed esclusivamente a prodotti per bambini. Ma c’è la percezione che se i protagonisti hanno gli occhioni allora necessariamente la storia dovrà essere adatta dai 3 anni in su. E Made in Abyss è proprio un esempio di questa frizione cognitiva. Il videogioco riprende infatti lo stile dell’anime e del manga cui si ispira e può anche vantare una storia originale scritta dallo stesso Akihito Tsukushi, autore della serie pubblicata per la prima volta in Giappone nel 2012.
All’interno del gioco, disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 4 e anche su PC attraverso la piattaforma di Steam, è possibile ripercorrere la storia del manga oppure scegliere una storia originale scegliendo Deep in Abyss e incontrando quindi un nuovo esploratore. Questo prodotto tie in banca anche il doppiaggio originale delle voci dell’anime. A riprova che si tratta di un prodotto destinato ai fan di questa strana commistione tra estetica delicata e violenza estrema.
La storia di Made in Abyss ci ha fatto da subito venire in mente la famosa frase di Nietzsche che lega l’idea dell’abisso con ciò che si trova all’interno di noi stessi. E anche se qua forse non c’è lo stesso scavo psicologico, di certo più si scende nel chiasmo apertosi nella terra alla ricerca di materiale e oggetti e reliquie di epoche passate più è facile trovarsi a contatto con l’orrore. Sceglietelo solo se siete consapevoli di ciò che potreste trovare. E soprattutto non datelo ai bambini.
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